Avevo programmato tutt’altro per il post di questa settimana, ispirata dall’abbondanza di verdure buonissime che Marcello e Lucy hanno iniziato ad elargire a piene mani. Poi una serie di sfortunati eventi che non vi sto a dire mi hanno impedito di raggiungere i loro campi questo fine settimana, quindi ho deciso di ripiegare su altro. E la cosa, vi dirò, non mi è dispiaciuta affatto. Non è usuale preparare una vellutata all’inizio di maggio: l’anno scorso in questo periodo già giravo in canotta e felpina, zero voglia di cremine calde (ma pure tiepide, eh) e avvolgenti come quella che vi propongo oggi. Da un po’ di giorni, però, da queste parti fa un po’ freschino, anche da voi? La scorsa domenica, durante la passeggiata a Chiusure, ha persino grandinato (solo 5 minuti, grazieaddio), una grandine stranamente morbida, ma sempre grandine era. I campi e i prati hanno tanto bisogno d’acqua, quindi l’accolgo con gioia, so che il caldo arriverà comunque presto. Mi godo l’aria fresca e la pioggia fitta interrotta da giornate di sole con una luce che più bella non si può, mentre i prati si colorano di maggio tutto intorno e le rondini si solleticano il petto sulle spighe di grano appena nate, sfrecciando a tutta velocità.
Questa settimana sono capitata per caso sul sito di Ileana, seguendo un trackback su analytics (perdonate questo linguaggio così gggiovane e hi-tec, ma non saprei come dirlo altrimenti) al mio articolo sulla raccolta del biancospino e trovando un blog, Ribes e Cannella, davvero delizioso. Ci ero già capitata diverso tempo fa, ma, lo saprete meglio di me, siamo talmente tanti ad affollare la rete che non mi è più successo di visitarlo per un bel po’. Sono stata contenta di trovare un così bel post sulla raccolta in cui in qualche modo c’era anche il mio zampino…quello che mi ha fatto ancora più piacere scorrendo indietro i post di Ileana è che io fossi presente addirittura negli ultimi 3! Oltre alla raccolta del biancospino, aveva riproposto alcune delle mie ricette comparse su Cucina Naturale di aprile, in particolare le polpette di cous-cous al tarassaco e il pesto di finocchietto selvatico e pomodori secchi. Al di là di farmi davvero tantissimo piacere vedere che quelle ricette fossero state così d’ispirazione, mi sono resa conto che quella rivista, che per me è sempre stata LA rivista di cucina, l’unica che abbia sempre comprato con regolarità, ultimamente l’ho sfogliata con poca attenzione, ed è tanto tempo che non mi lascio io stessa ispirare dal buon lavoro dei tanti autori. Un po’ mi giustifico da sola, questa primavera è stata e continua ad essere davvero molto impegnativa per me, ma concedersi un po’ di tempo per sfogliare una bella rivista (cartacea, maledizione, senza altri settemila stimoli là disponibili tutt’intorno, notifiche mail, ricerche correlate, e chi più ne ha più ne metta) e dedicarsi con calma e testa libera alla preparazione di un piatto nuovo è una delle tante cose che vorrei tornare a fare con più frequenza. Direi che oggi è il giorno giusto per farlo, l’ultima domenica di relax prima di un periodo di 16 giorni in cui lavorerò, quando più e quando meno, tutti i giorni ininterrottamente, weekend inclusi. Guardacaso mi sono ritrovata proprio all’indomani di questi pensieri il numero di maggio nella cassetta della posta, e nonostante non sia riuscita a passare dai miei produttori preferiti, ho trovato alla bottega della signora bionda sul corso del mio paesello le fave e il cipollotto fresco degli Orti di San Leonardo, di cui vi avevo già parlato qui, agli albori di questo blog.
Insomma, avevo tutto quello che mi serviva per preparare una bella vellutata di fave, che mi sembrava perfetta per questo clima e per questo particolare momento in cui le fave sono ancora molto piccole e tenere, come di conseguenza lo sono i loro baccelli. Avevo già sperimentato l’uso dei baccelli di fave lo scorso anno, quindi la ricetta del bel servizio di Diletta Poggiali mi ha attirata subito: il fatto di poter sfruttare tutto il peso delle fave senza dover scartare niente mi piace molto.
Ho fatto solo qualche piccola variazione rispetto alla ricetta originale, in particolare inserendo una menta eccezionalmente bella e profumata che cresce spontanea vicino casa mia e guarnendo il piatto con dei fiori d’acacia, in omaggio al loro aroma delizioso che invade le strade di campagna dopo la pioggia.
Il momento giusto per raccoglierli è proprio ora; se volete potete usarli anche per fare un risotto, come vi ho spiegato qui, oppure friggerli, come vi dicevo invece qui.
// Vellutata di fave con i loro baccelli alla menta e fiori d’acacia //
°° Ingredienti °°
- 800 grammi di fave fresche, giovani e tenere (peso comprensivo del baccello)
- 2 cipollotti freschi
- uno spicchio d’aglio
- un mazzetto di menta fresca
- qualche grappolo di fiori d’acacia
- 800 ml di brodo vegetale
- il succo di mezzo limone (se vi piace un gusto un po’ più acidulo)
- 2 cucchiaini di cumino in polvere
- olio e.v.d’oliva
- sale marino integrale
Eccola la Signorina Erbetta che è tornata a vestirsi del verde più bello! E ci hai messo anche il “mio” bianco a decorare, mangiando fiori bellissimi che metterei anche come collana! 🙂
I baccelli che finiscono in pancia e non buttati via ultimamente hanno un valore aggiunto anche qui, forse perchè il concetto di riciclo intelligente (e gustoso) mi sta conquistando sempre di più. Non ho ancora mangiato le fave quest’anno – nella mia mente arrivano dopo il 1 maggio, ossia dopo il concertone di San Giovanni, perchè per anni le sgranavo nel dietro le quinte quando ci andavo, da “giovane” – ma se mi tenti con una vellutata come resistere? Per l’acacia posso sognare solo con le tue foto, ma è già molto, ti assicuro! 🙂
ps: sono contenta abbia scoperto Ileana, la Campagna per me siete tu, lei e Manu, nelle mie passeggiate preferite tra i blog!
Li adoreresti i fiori d’acacia! Ma sono sicura che potresti anche trovarli a Villa Ada, in qualche punto un po’ selvaggio, sono alberi abbastanza infestanti e con presenza massiccia un po’ dappertutto…se fai una passeggiata segui il bianco e il profumo di miele 🙂
Domanda: le fave le sbucci due volte?
Grazie
Mmmm…in che senso? Mi stai chiedendo se levo l’involucro alle singole fave? In questo caso no, in generale non lo faccio quasi mai, soprattutto se le fave sono piccole e tenere, come sono normalmente le prime, che hanno anche il baccello più morbido e fresco. In questo caso poi, visto che si frulla tutto, evito proprio. Se le sbucci però ti verrà un verde molto più intenso!
Si, io di solito le “sbuccio”.
Grazie
Provo =)
Bellissimi questi fiori di acacia, il profumo l’hai descritto e il gusto com’é?
I tuoi piatti e quello che insegni è estremamente prezioso, grazie 🙂
Il gusto? Puro miele!! 🙂
Grazie davvero per il tuo commento, apprezzatissimo.
Non pensavo che si potessero mangiare anche le buccie e invece l’altro ieri ho provato questa ricetta, con le fave fresche coltivate dal mio compagno, quindi super bio, buonissimaaa da leccare anche il piatto : )
Fabiana, visto che ne hai di così buone a disposizione devi provare anche questa: https://granosalis.org/baccelli-di-fave-in-padella/
Sono sicura che ti piacerà 😉
Grazieee la proverò sicuramente!!!!!