La prima rondine quest’anno l’ho vista volare sopra il campo di grano che era passato il 21 marzo da nemmeno 48 ore, il 21 marzo più freddo che possa ricordare. L’ho guardata incredula, osservandola a lungo per accertarmi che non mi stessi sbagliando, ma era proprio la prima rondine, quella che, in questo caso, non solo non fa primavera, ma appariva davvero fuori luogo in un clima ancora nettamente invernale. L’ho seguita nel suo volo con lo sguardo, provando un’instantanea empatia pensando a quanto, forse, poco si aspettasse di trovare un clima così ostile, dopo il suo lunghissimo e faticoso viaggio; lo sapevate che le rondini arrivano qui dal Centro-Sud Africa, percorrendo il più delle volte la rotta che sorvola l’immenso deserto del Sahara? Un percorso enorme, che dura più di due mesi.
Una manciata di giorni più tardi ne sono arrivate delle altre, il clima ha iniziato ad addolcirsi, e non è passato molto che riuscissi finalmente a sentire anche il verso dei rondoni in città, quel suono meraviglioso che mi rimette in pace col mondo in un istante, che mi fa fermare, chiudere gli occhi, cercare con la pelle i raggi del sole e sorridere.
Non sento ancora davvero il clima primaverile, non ho ancora scoperto le braccia, se non alzando le maniche della felpa, non ho archiviato nell’armadio in alto la giacca pesante, che continuo spesso a indossare senza sentirla eccessiva: in giornate di pioggia come quella di ieri, fredde e umide, anche le rondini se ne stanno ben al riparo e non si fanno vedere. Ma la natura è già esplosa, lo vedo chiaramente dai fiori sui rami dei prugnoli, che seppur in ritardo hanno ricoperto le valli del loro bianco deciso, dalle prime fioriture nei campi, dall’erba che ha iniziato a crescere con la velocità inarrestabile di aprile.
Abbiamo già potuto godere di qualche anticipo della vera primavera, con giornate di sole deciso e un tepore avvolgente e piacevole nell’aria. È capitato, con nostra grande fortuna, anche lo scorso weekend al Casolare Alberelli, dove si è svolta la quarta edizione di Andar per Spontanee, una delle mie uscite preferite della stagione. Mi sono sentita a casa, come sempre, il gruppo è stato numeroso e molto interattivo, il pranzo, grazie al sole generoso, ce lo siamo goduto sul lungo tavolo di legno apparecchiato in giardino, con tanto relax nel prolungato svacco del dopo pasto. Agli Alberelli ci sono lavori in corso: la costruzione di una nuova e più spaziosa cucina ci permetterà probabilmente di organizzare un bel corso di cucina con le erbe spontanee il prossimo autunno, ma per questo c’è ancora tempo. Trattengo le belle sensazioni del fine settimana in trasferta appena passato e cerco di non andare troppo in là col pensiero, per restare a ciò che vivo nel presente.
Anche perché è già abbastanza pieno, per pensare già al futuro! Come accennavo nella scorsa newsletter dedicata ai corsi, stavamo lavorando, io e la cooperativa Biancane, alla quarta edizione del Corso di Riconoscimento e Utilizzo delle Erbe Spontanee ad Asciano (SI), a cui sono molto affezionata, ma che quest’anno non sarà più possibile fare in mediateca, a causa di diversi cambiamenti nella gestione. Abbiamo però trovato una soluzione alternativa, quindi il corso partirà presto, il 28 aprile. Sarà in 2 incontri invece che in 4, sarà quindi meno impegnativo per i calendari di ognuno, in cui condenseremo comunque lo stesso numero di ore di lezione e gli stessi contenuti: in ognuno dei due incontri ci sarà sia la passeggiata di riconoscimento che il laboratorio erboristico. La locandina è ancora provvisoria, ma già la incollo qui, che di tempo ce n’è poco 🙂 Trovate anche tutti i dettagli nella pagina Corsi ed Eventi.
Prima ancora, ci sarà l’appuntamento a La Corbetina, tra la Valdichiana e il Valdarno, con Andar per Erbe e Metterle nel Piatto, che sarà domenica 22 aprile. Manca pochissimo, prenotatevi ai numeri che trovate qui sul blog e su facebook; alla Corbetina si sta d’incanto, ci sono tantissime erbe interessanti da vedere, tra cui l’assenzio spontaneo e il bellissimo non-ti-scordar-di-me dei boschi, e si mangia davvero benissimo!
La primavera non è ancora arrivata con vera decisione, sì, ma la voglia di cibo più fresco inizia già a farsi sentire, soprattutto in quelle giornate di sole pieno che dicevamo. Di tante erbe non si possono più raccogliere le foglie, ma possiamo approfittare di altre parti, sperimentando nuovi sapori e consistenze. Quando la borsa del pastore fiorisce, provate a mangiarne le capsule dei semi, i piccoli cuoricini che corrono lungo lo stelo: sono deliziosamente piccanti e possono essere usati come spezia. Ci si sposa molto bene il piccantino di un’altra crucifera, la senape selvatica, di cui ho raccolto le cime in boccio, non ancora fiorite. Le ho unite ad un avocado, dal gusto più dolce e delicato, frullato con un infusione di ortica, unendo anche qualche foglia di Rumex crispus, dal gusto acidulo e fresco. Questa crema potete servirla come antipasto in piccole monoporzioni, oppure mangiarne di più come piatto principale, con verdure cotte o crude e insalate a seguire.
// Crema fredda in bicchiere con avocado ed erbe di campo //
°° Ingredienti °°
- un avocado e mezzo
- il succo di mezzo limone piccolo
- una manciata di cimette di senape selvatica
- 8 piccole foglie tenere di acetosa
- le capsule di semi di 2 steli di borsa di pastore
- una tazza circa di infuso di ortica
- un cucchiaino raso di cumino in polvere
- un cucchiaio di olio di noci
- un cucchiaio di olio e.v.d’oliva
- fiori eduli per decorare: per me di senape selvatica, borsa di pastore, lamio rosso
- una macinata di pepe nero
- sale marino integrale