“Pioggia,
promette il cielo che si chiude come
occhio che vuole lagrimare e non vuole”Anonimo su manifesto pubblicitario, Siena, giugno 2017
Rimango stregata dall’incredibile resistenza di certe spontanee. La vitalba, avvinghiata ben salda al suo ospite, rigogliosa, come se niente potesse intaccare la sua tenacia; i giovani getti di pioppo nero, verdissimi e lucenti, che sembrano non farsi per nulla abbattere dal cielo incolore ancora avido di pioggia, dalla terra riarsa, dalle temperature altissime; la carota selvatica, col suo ruvido candore, “ricamo di trine in grado di fiorire sul niente”, come scriveva Pia Pera, e che, in effetti, prospera ovunque anche quest’anno.
Non tutte reagiscono così bene a questa stagione carica di avversità: i prugnoli, seppur così rustici, sono visibilmente affaticati, le foglie sciupate dal caldo e dalla sete, molti frutti raggrinziti; il sambuco ebbio, tra le infestanti più tenaci, sta ingiallendo prima ancora di maturare i suoi frutti. E ci sono dei grandi assenti, anche, come le alte pannocchie fiorite del verbasco, per me uno dei testimoni più belli della solare pienezza estiva.
Le temperature bollenti di questi giorni stanno addormentando pure il mio cervello, mi riesce difficile concentrarmi su altro che non sia il lavoro e passo le giornate ciondolante, sognando l’autunno (mai così atteso!), la pioggia, il verde di nuovo nei campi e la terra umida, rigenerata.
L’aria si fa sempre più pesante e stantia; persino la campagna ha perso il suo profumo, quello che si respira normalmente anche in estate nelle ore più fresche, al mattino presto o dopo il tramonto. L’odore di quest’anno è difficile da identificare: sa di umidità, ma manca di freschezza, diventando quasi fastidioso. Viene voglia di mettere il mondo in lavatrice.
La cucina diventa ovviamente molto essenziale in questo contesto, i pranzi a base di frutta o di insalate si moltiplicano e la sera, per cena, si accendono i fornelli giusto il minimo indispensabile. La ricetta che condivido oggi segue perfettamente questa tendenza: prevede soltanto una veloce rosolata in padella e niente di più.
La base è lo scarto del latte di avena autoprodotto, di cui vi ho parlato qualche settimana fa. Ho unito quella che viene comunemente chiamata okara, ossia la parte fibrosa che resta dopo la filtratura del latte vegetale, con pochi e semplici ingredienti crudi e di stagione, preparando delle polpette. Visto il gusto dolce e delicato dell’avena si potrebbe sfruttare l’okara anche per fare dei biscotti, ma biscotti-uguale-forno, e il forno, va da sé, è il caso che resti spento il più possibile, a parte qualche rara eccezione per pizza e focaccia, a cui difficilmente riesco a rinunciare troppo a lungo.
Per la stessa ragione che mi porta a limitare il più possibile fuoco e calore, ho rinunciato a mettere delle patate lesse nell’impasto, che avrebbero funzionato bene come legante, scegliendo invece del pane secco ammollato. Essenziale lasciar rassodare il composto in frigo almeno una mezzoretta, perchè le polpette non si sfaldino in cottura.
La ricetta è davvero semplice, potete usare anche lo scarto di altri tipi di latte vegetale, come quello di mandorla o di soia. Io ci ho messo dei semi misti perché avevo un pacchettino in scadenza preso in bottega da fare fuori, in particolare il mix è composto da girasole, zucca, sesamo, lino, grano saraceno tostato. Non serve usare necessariamente un mix, aggiungete i semi che preferite.<
// Polpette con okara di avena e zucchine //
°° Ingredienti °°
- 180 grammi di okara di avena
- 200 grammi di zucchine
- 50 grammi di pane secco
- un cipollotto fresco
- 7-10 fiori di zucca
- un cucchiaio di semi oleosi misti
- un cucchiaio di olive taggiasche denocciolate
- un cucchiaino di curry
- qualche cima di basilico fresco
- olio e.v.d’oliva
- sale marino integrale



Claudine..bella… anche qui.. non si respira….
io mi sento un automa… vago per casa in cerca di non so nemmeno io che cosa…Domenica io e mamma ce ne siamo fuggite al monte..partite alle 4.15 del pomeriggio ed arrivate su verso le 5… ho respirato mezz’ora d’aria che sembravo un carcerato….
in questi giorni è come se avessi l’affanno… se non riuscissi a respirare..devo sospirare..far respiri profondi…perché non ce la faccio… Ieri pomeriggio mi sono seduta a terra in camera mia per ricamare,perché in cucina non si può stare….e devo lavorare come tutti comunque….
queste polpettine sono favolose e mi sa che te le rubo per sta sera,ma se non ho okara, che ci metto??? tu sei bravissima che ti fai tutto da te.. giustamente, ma io ancora no..
baci baci baci….
Manu.
Dai che forse si intravede la fine di questo caldo insopportabile, o perlomeno una pausa!
Al posto dell’okara potresti usare dei cereali cotti avanzati, come farro o riso, dovresti ottenere anche più compattezza, se sono ben asciutti.
E non farti chissà che idea di me, sono ben lungi dal farmi tutto da me, ci sono modelli decisamente migliori da seguire! Ma mi sa che la cosa davvero migliore è non seguirne affatto, di modelli, e fare semplicemente ciò che ci va, ci piace, ci fa stare bene, nei limiti delle nostre possibilità e senza sforzo 😉
Baci a te!
semplicemente si… ti adoro..
Che belle polpettine! Tra latte vegetale e abbondanza di zucchine nell’orto, questa ricetta arriva proprio a proposito. Poi sono in un periodo ‘polpettaro’ perché mi permette di cucinare un giorno sì e due no… quindi proprio una ricetta per me. Come te, accendo anch’io fuochi e forno il meno possibile!
Approfitto per salutarti e augurarti un po’ di riposo, con tutto questo caldo ci vuole! Un abbraccio, cara!
Come sai, con l’orto sono ancora una principiante e le mie zucchine sono ben poche e minuscole, ma sento dire da sempre, fin dalle mie estati molisane da bambina e da chiunque coltivi ortaggi, che le zucchine nell’orto sono sempre troppe 🙂 Nel senso che a un certo punto si viene inondati di zucchine e non si sa più cosa farne! Ecco, le idee, seppur semplici, per utilizzarle invece mi sa che non sono mai troppe 😉
Un abbraccio a te, ti scrivo presto!
Fatte!! Buonissime.
Contentissima ti siano piaciute! E grazie mille per essere passata a dirmelo 🙂