È malinconica, la fine dell’estate. Soprattutto in questi giorni, in cui praticamente ogni regione d’Italia ha sperimentato un forte e umido anticipo dell’autunno che sta arrivando. Eppure, io mi sento particolarmente allegra ed energica. È malinconica la fine dell’estate, sì, ma è anche tanto generosa. Il sole dopo le piogge sembra più intenso che mai, e la natura esplode nell’ultimo tripudio di vita prima del suo ciclico sonno, regalando a piene mani tutta la sua abbondanza. Una mattina in cui resto sorpresa dal non avere in casa nulla per la colazione non è mai un problema, a settembre: qualche frutto secco per tamponare la fame più impellente e mi basta poi uscire per una breve passeggiata per trovare tutto quello di cui ho bisogno: qualche filare d’uva inselvatichito sfuggito alle vigne, carico di grappoli bianchi o neri, ben lavati dalla pioggia della notte; grandi alberi di fichi abbandonati, che seppure qui in Toscana diano frutti ben più piccoli rispetto a quelli del sud, restano ugualmente irresistibili; un esile albero di pesche cresciuto sulla scarpata, carico di sfere pallide e minute, ma morbide e dolcissime. Raccolgo e mangio sul posto, spargendo semi qua e là. Poi arrivo agli orti in fondo al sentiero, e càpita di trovare qualche amico intento nella sua raccolta mattutina. Gli ultimi pomodori Nero di Crimea, insieme a un bel raccolto di giovani foglie di tarassaco, finiscono dritti nelle mie bustine da raccolta, e mi riaccompagnano verso casa. Finiscono, a pranzo, in una delle ultime fresche insalate estive, insalate semplici, apparentemente povere, ma ricche di tutto il sapore del sole.
Questa insalata guarda alle estati che verranno, in cui chissà, forse prima o poi riuscirò anche ad approdare sulle coste greche, che non ho ancora mai toccato, ma che mi attraggono moltissimo. Il sapore deciso delle olive kalamata, i cetrioli freschi, e l’origano: basta questo per catapultarsi con l’immaginazione sulla riva di quei mari cristallini. L’origano che ho usato qui, in particolare, arriva direttamente da Creta. Si chiama Origanum Dictamnus, volgarmente Dittamo di Creta, ed è endemico dell’isola. Cresce sulle montagne, in punti piuttosto impervi e battuti dal sole. I luoghi in cui nasce spontaneo sono così pericolosi che nella tradizione popolare dell’isola questa pianta simboleggia l’amore e la passione: gli uomini si arrampicavano sulle montagne rischiando la vita pur di raccogliere qualche bocciolo rosato per le loro donne, dimostrando così tutta la loro devozione. La pianta è conosciuta localmente col nome di Erondas (o Erontas? Io di greco ne so poco), che a quanto pare significa proprio amore, passione; Erondades, cacciatori d’amore, erano denominati i suoi raccoglitori. Se, dal mio punto di vista, le migliori dimostrazioni d’amore da parte di un uomo sono ben altre (di certo uno che si arrampica sulle montagne rischiando la vita per raccogliere una piantina e dimostrare tutta la sua virilità non sarà mai il mio uomo ideale), rimane una storia molto poetica. Oggi il dittamo di Creta è coltivato e accessibile anche in diversi vivai qui in Italia, non serve necessariamente arrivare sull’isola e rischiare di sfasciarsi sulle rocce, per quanto l’impresa potrebbe anche valere la pena, stavolta per qualche cacciatore di aromi intensi. Ha foglie vellutate e fiori incredibilmente eleganti, che anche una volta essiccati conservano una bellezza commovente. I boccioli sembrano delle piccole rose in miniatura, di un delicato violetto che sfuma nel verde. L’aroma è molto particolare, più gentile dell’origano nostrano.
Non credo che questa sarà l’ultima ricetta estiva, qui su queste pagine: anche quest’anno continuo a restare attaccata agli ultimi raggi di sole, scansando le prime zucche e i primi cavoli per godermi ancora pomodori, melanzane e peperoni, finché ce n’è. La stanza sta diventando buia mentre fuori si prepara il prossimo acquazzone, ma l’estate non è ancora finita…
Ringrazio Andrea e il suo generoso orto per questi ultimi pomodori, e la dolce Graciela per quest’origano delizioso, unito a tutti gli altri assaggi di Grecia (e non solo!) che mi ha portato in questi anni.
// Insalata estiva con origano Dittamo di Creta //
°° Ingredienti °°
- qualche pomodoro Nero di Crimea, o quelli che avete
- un cetriolo medio-grande
- una piccola cipolla rossa
- 2-3 cucchiai di olive kalamata in salamoia
- un mazzetto di foglie giovani di tarassaco
- una manciata generosa di origano Dittamo di Creta, o di origano nostrano
- olio e.v.d’oliva
- sale marino integrale
Ti scrivo con un sole alto in cielo, una luce bella bella e un clima assolutamente mite, che permette ancora abiti leggeri. Il regalo dell’estate che non vuole andare via e resta con noi come può! Spero che ci faccia ancora compagnia, tra un temporale e l’altro… che sia forte e tenace come l’odore di origano e fresca quanto basta come la tua insalata! 🙂
Sono anni che rimando un viaggio in Grecia, evidentemente alcuni posti sanno aspettare e vogliono essere visti o ri-visitati al momento giusto. E quel momento, come per tutte le cose, arriverà, io lo so! Per ora mi godo ancora il ricordo del mare blu toscano e ammiro quel fiore delicato che hai fotografato, quanta poesia ha con quella testa china come se stesse dormendo?
Il problema di un settembre così generoso, come si sta rivelando questo, è doversi chiudere a lavorare mentre ogni raggio di sole e il clima fresco invitano a stare fuori a godersela tutto il giorno!
Quel fiore sì, è una meraviglia, continuo a lasciarlo in cima al vasetto ogni volta che attingo…non credo lo userò mai alla fine 🙂