Marmellata di kumquat e mandarini con artemisia e pectina fatta in casa

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Ve la ricordate la pectina autoprodotta che vi ho fatto vedere qualche settimana fa? Ebbene, sappiate che funziona, e anche molto bene! Sempre in occasione dell’ultimo ordine speciale di agrumi con MondoMangione, ho preso un pochino di kumquat, i mandarini cinesi, quelli che per dimensione somigliano a dei pomodori datterini e si mangiano in un sol boccone, con la buccia e tutto. Ho pensato di farci una marmellata, non tanto per me, che non amo molto le marmellate di agrumi, quanto per il mio lui e per regalarla qua e là. Ne ho portata giusto poco tempo fa un vasetto a Sara del Casolare Alberelli, dove sono stata nel primo weekend di aprile per un bellissimo corso sulle erbe selvatiche, un posto splendido di cui vi riparlerò presto, visto che con Sara ci siamo messe a progettare qualche altra bella iniziativa insieme.
Quale migliore occasione, insomma, per sperimentare la mia pectina fatta in casa?

Ricordavo bene che Francesca avesse pubblicato qualcosa di simile tempo fa, e mi sono rivolta a lei come ispirazione senza mettermi a fare troppe ricerche, in fiducia totale. Ovviamente, usando la pectina, ho rivisto i tempi di cottura rispetto alla sua ricetta accorciandoli di parecchio, e oltre a questo ho voluto usare un’altra erba per aromatizzare il tutto invece del timo, che pure deve starci gran bene. Inizialmente avevo pensato di usare la nepitella, mi sembrava un ottimo connubio, ma avrei dovuto accontentarmi di quella essiccata dello scorso anno, perché in quel momento ancora non ce n’era nei campi. Poi passeggiando nei dintorni di casa ho avuto un’altra idea: ci avrei messo l’artemisia, che quand’è giovane, appena spuntata dopo il lungo inverno, è molto, molto profumata. Dell’artemisia vi parlerò meglio un’altra volta, è una pianta che amo particolarmente, come vi avevo già accennato scrivendo dell’elicriso la scorsa estate, quindi merita assolutamente un post tutto per sé.
Per ora sappiate accontentarvi di sapere che è un ottimo aromatizzante, utilizzato soprattutto in liquoristica, e che il suo odore è di quelli che incantano, rendendola degna della sua nomea di erba magica, legata al periodo del solstizio estivo e alla notte delle streghe.
Ecco, meglio non metterne una vagonata nelle vostre preparazioni, che è una di quelle erbe da usare con moderazione. Basterà qualche cimetta giovane per dare un tocco aromatico e colorato a insalate, verdure crude o cotte, dolci e, appunto, marmellate.
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I mandarini cinesi hanno bisogno di un pre-trattamento, credo sia necessario per fargli perdere un pochino di amaro. Io seguendo il metodo di Francesca li ho fatti bollire per un po’, ma avendo più tempo avrei probabilmente usato il metodo di Sonia, che li ha tenuti a mollo una notte in acqua, dopo averli però tagliati a fettine sottili. Vedete voi cosa preferite, io vi lascio la mia versione, a cottura rapida e poco zuccherata, per sentire più intensamente il sapore di questi piccoli e deliziosi agrumi.
Come avrete già capito dal titolo del post, non ci ho messo solo kumquat in questa marmellata: visto che me ne erano rimasti pochini, li ho allungati un po’ con un’altra delizia tutta siciliana, presa sempre dallo stesso produttore: il mandarino tardivo di Ciaculli, detto anche marzuddu dai suoi conterranei, a indicare il mese in cui matura. È una varietà endemica originaria di Ciaculli, appunto, vicino Palermo, niente incroci, innesti o altri trucchetti. È delizioso, molto dolce e dalla buccia sottile; ha i semi, il che può risultare antipatico a qualcuno, ma il suo sapore ripaga di qualsiasi fastidio. Non è indispensabile per la ricetta, ma se ve lo ritrovate tra le mani perché no.
Appena ne avrò l’occasione sperimenterò l’uso della pectina su qualche altro frutto che non sia un’agrume, per vedere se rilascia anche un certo gusto d’arancia oppure no. Ah, dimenticavo: normalmente a questa marmellata si aggiunge un po’ d’acqua a inizio cottura, io ho evitato visto che la mia pectina è di per sé già un’aggiunta di liquido. Se usate pectina in busta quindi (ma no, dai…) regolatevi di conseguenza. Ah, e poi, macchevvelodicoaffare, essendo una preparazione in cui si usa la buccia scegliete assolutamente agrumi non trattati.

// Marmellata di kumquat e mandarino tardivo di Ciaculli al profumo di artemisia con pectina fatta in casa //

°° Ingredienti °°

  • 400 grammi di kumquat
  • 200 grammi di mandarini (per me tardivo di Ciaculli)
  • 200 grammi di zucchero di canna grezzo
  • 150 grammi di pectina fatta in casa (la trovate qui)
  • qualche cimetta giovane di artemisia (Artemisia vulgaris)
Marmellata di kumquat e mandarini con artemisia e pectina fatta in casa 1Bucherellate con uno stuzzicadenti i kumquat e i mandarini ben lavati e intanto portate a bollore una pentola d’acqua. Tuffateli nella pentola e lasciateli bollire per 15 minuti, poi scolateli e lasciateli intiepidire. Portate a bollore altra acqua e ripetete l’operazione per altri 15 minuti, poi scolate di nuovo.
Marmellata di kumquat e mandarini con artemisia e pectina fatta in casa 1Lasciate intiepidire, poi tagliate i kumquat a metà e i mandarini a quarti eliminando i semi interni. Rimettete in pentola insieme alla pectina scongelata e alle cimette di artemisia tritate, portate a bollore e lasciate andare a fuoco lento per 5 minuti.
Marmellata di kumquat e mandarini con artemisia e pectina fatta in casa 1Spegnete il fuoco, frullate grossolanamente con un frullatore a immersione e riaccendete la fiamma dopo aver aggiunto anche lo zucchero. Mescolate bene e lasciate cuocere altri 10-15 minuti, poi spegnete e invasettate la marmellata ancora ben calda in vasi di vetro sterilizzati. Tappate, capovolgete i vasetti e lasciate raffreddare su un piano di legno coprendo tutto con un panno. Se aspettate un mesetto prima di aprirla tanto meglio, ma se proprio non riuscite a resistere sarà buona lo stesso 🙂
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8 commenti su “Marmellata di kumquat e mandarini con artemisia e pectina fatta in casa”

  1. Whaoo deve essere una delizia questa marmellata, mi incuriosisce il connubio con l’artemisia!Da provare, complimenti.

  2. Oh, Claudia, che sorpresa! Guarda cosa mi sei andata a ripescare, un mare morbido arancione a cui sono affezionata, quando già anni fa mi divertivo a far incontrare ingredienti solo in apparenza distanti e scoprivo il magico mondo delle erbe! Grazie per aver riaperto questo cassetto della memoria, tra l’altro provo un mix di tenerezza e nostalgia nel rileggere i miei vecchi post, quindi c’è tutto un profumo evocativo che si sparge nell’aria insieme a quello degli agrumi!
    L’artemisia sono felice di conoscerla da te, ha un ciuffetto verde bello vispo, mi piace! 🙂 Non mi resta che allungare una fetta di pane che possa fare da ponte da qui a lì e lasciarti un sorriso proprio dove batte il sole illuminando i kumquat!

    1. Anche a me fa quasi sempre lo stesso effetto leggere vecchi post…e ricordavo bene questa tua marmellata, appena mi sono ritrovata i kumquat tra le mani sono corsa da te a digitare nella barra di ricerca senza pensarci un attimo! Ecco, a me mancano musini e zampette che giocano con i mandarini, ma se vedessi che scene fa Urano con i limoni…da schiantarsi dal ridere 🙂

  3. adoro i kumquat. sono deliziosi, bellissimi e pratici. e adoro le confetture di agrumi. in generale gli agrumi mi mettono estremamente di buonumore! io li avevo fatti sciroppati, l’anno scorso, da pluffare nel tè. ogni tanto mi viene voglia di sciroppare le cose, è una cosa un po’ vecchio stile. intanto che tengo gli occhi aperti in cerca di kumquat tu scrivi quel post sull’artemisia, che i tuoi post sulle piante li adoro. <3

    1. Ciao Haru! E’ sempre bello rivederti da queste parti 🙂 Anche a me gli agrumi mettono tanto di buonumore, pur non amando moltissimo le confetture ne farei a volontà solo per inebriarmi del loro profumo. E gli oli essenziali di arancio, di mandarino o di bergamotto sono quelli che più spesso finiscono nel mio diffusore di essenze, li snifferei tutti i giorni. Quasi come l’artemisia 🙂 E visto che lo chiedi così dolcemente giuro che il post lo scrivo entro l’estate! (le ultime parole famose…no dai, lo faccio!)

  4. Ciao Claudia, sono incuriosita dai frutti orientali infatti ho un alberello di kumquat tutto mio nell’orto! non sono convinta sulla bollitura in acqua, nel senso che molte sue vitamine si trovano appunto nella buccia che, a differenza degli altri agrumi, si mangia senza troppe difficoltà. e poi è la parte più dolce del frutto … dici che nn si “rovini” troppo? anche xke dopo deve avvenire la bollitura per creare la marmellata in se . Scusa le mie perplessità ma mi piace capire . grazie!

    1. Ciao Chiara! Figurati, fai benissimo a chiedere :). Io, a mia volta, mi sono basata su ricette di altri, e col kumquat ho poca familiarità: da quella volta, non mi è più capitato di ritrovarmene tra le mani. Quindi ho seguito quel procedimento fidandomi del fatto che la buccia in cottura diventasse amara, ma magari anche no! Nell’introduzione alla ricetta citavo anche un’altro procedimento, quello pubblicato da Sonia su Il Pasto Nudo, che non contempla alcuna bollitura preventiva, ma un ammollo in acqua dei frutti affettati, acqua che poi viene usata in parte per la cottura. Te la linko di nuovo qui, sono sicura che ti piacerà di più!

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