Che giornate magiche, vero? Si dice sempre così quando la neve la si gode e non la si subisce: di certo c’è chi avrebbe preferito di gran lunga non ritrovarsi sommerso dal bianco e dal ghiaccio, magari perchè doveva viaggiare, perchè doveva muoversi nella sua città o nella sua provincia per impegni non prorogabili, oppure perchè non aveva una casa calda in cui rifugiarsi. Io sono tra le fortunate che la poca neve che è caduta nei suoi dintorni l’ha accolta con gioia e con il solito entusiasmo della bambina: dalla mattina in cui ancora non attaccava ma cadeva ormai con decisione, nel bosco con Urano a correre come matti e a fermarmi ogni tanto imbambolata davanti al paesaggio con un sorriso da ebete, fino alla sera, quando prima di dormire si era ormai posata a terra una bella copertura bianca, da lanciarci addosso prima di rifugiarci davanti al fuoco e poi sotto il piumone.
Guardare la neve cadere e fondersi col verde del grano di febbraio mi ha trasmesso una pace atavica, quella che conosce l’importanza dell’incontrare il gelo prima del sole, che sa quanto sia fondamentale l’equilibrio e l’alternarsi delle stagioni, quanto stia alla base di tutto. Mi sono imbattuta di recente in un vecchio detto contadino, diffuso con diverse varianti in molte regioni, che recita: “sotto la neve pane, sotto la pioggia fame”, a significare che se l’inverno non è abbastanza rigido, il raccolto in qualche modo ne risentirà.
Ha nevicato che era domenica, la prima dell’anno in cui ho fatto una lunga dormita senza sveglia. La pace non me l’ha trasmessa solo la neve, ma anche l’essere riuscita per tempo a consegnare il mio prossimo libro. Anzi, due giorni prima del tempo, in modo da avere anche il weekend libero per riposarmi un po’. Sono stati mesi di pentole sul fuoco, di vasetti bollenti, di sapori zuccherini e sperimentazioni alcoliche, oltre che di dita sulla tastiera: tutto questo sfocerà in un libro piccino ma appassionato (sapete quanto ami l’autoproduzione), che si chiamerà Le Conserve di Frutta. Farà parte della stessa collana dell’editrice Tecniche Nuove con cui ho pubblicato il mio Frutta da Scoprire la scorsa primavera, lo troverete quindi in allegato al numero di maggio di Cucina Naturale, poi da giugno in libreria; c’è ancora un pochino da aspettare, ma voi lettrici e lettori non potete che saperlo in super-anteprima 🙂 Questa crostata è stata l’ultima delle mie sperimentazioni ed è coincisa con le ultime battute al pc; è stato abbastanza casuale, ma per coincidenza è servita anche da dolce celebrativo per il lavoro finalmente portato a termine.
Festeggio anche qui con voi, regalandovi la ricetta in anticipo sull’uscita del libro, in cui ci sarà, dopo le sezioni dedicate alle conserve vere e proprie, una piccola raccolta di dolci in cui utilizzarle. La frolla è semintegrale con farina di grani teneri antichi e senza zucchero: l’ho impastata usando succo di mela e una pasta di datteri che pure è tra le ricette del libro, in una sezione dedicata ai dolcificanti naturali da realizzare a partire dalla frutta. È una pasta di datteri che prevede la cottura e la conservazione in vaso, ma se volete potete sostituirla con una preparata a crudo, seguendo le indicazioni che trovate in questa ricetta di qualche anno fa. Anche il succo limpido di mela si fa facilmente in casa, la ricetta l’ho messa in Frutta da Scoprire, ma la trovate anche da altre fonti in rete, ad esempio da Manuela, che ha tratto la ricetta proprio dal mio libro. Il riempimento di base della frolla è la composta di mele che vi ho preparato qualche tempo fa, con le limoncelle raccolte ad Archeologia Arborea, la guarnizione invece è realizzata con mele a fettine, le buone mele di Podere Fontecornino, di cui mi preparo a godere l’ultimissima mandata della stagione. Adoro questa crostata (e a casa mia non sono la sola) e con la nuova versione di frolla che i miei dolcificanti fatti in casa mi hanno ispirata l’ho amata ancora di più. Per il riempimento potete variare come volete usando altre marmellate, ad esempio di albicocche oppure di cotogne o di pesche, ma potrebbe starci bene anche una conserva di frutti di bosco. Io con gli avanzi di frolla, che per la mia teglia era abbondate, ho fatto due crostatine con una base di composta di mele e una copertura di gelatina al melograno, che ci stava davvero bene.
L’ho preparata da un po’ questa crostata, ma nonostante la consegna ormai archiviata riesco a pubblicarla solo ora: in mezzo c’è stato un po’ di relax, altro lavoro da svolgere, una cara amica da accogliere nella mia città adottiva e davanti al fuoco del mio camino, nella giornata più fredda dell’anno, e altre palle di neve con quella caduta a metà settimana, con tutta probabilità l’ultima di questa stagione. Ora sono pronta ad accogliere la primavera in arrivo, che le piogge abbondanti di questi giorni stanno foraggiando al meglio, tornando a dedicare più tempo alle erbe di campo, per conto mio e insieme a chi vorrà condividere con me questa passione. Marzo prevede già due appuntamenti con i miei corsi di riconoscimento e utilizzo delle piante spontanee, la prima sarà domenica 11 marzo a La Corbetina di Mercatale Valdarno (AR), in cui stavolta cucineremo anche qualcosa insieme, la seconda sabato 24 al Cipollino Felice di Colle Val d’Elsa (SI). Trovate tutti i dettagli nella pagina Corsi ed Eventi e sulla pagina facebook di GranoSalis, con i contatti per prenotarvi. Se volete iscrivervi alla newsletter dedicata agli aggiornamenti sui corsi potete farlo dalla sidebar qui a destra, oppure cliccando qui, così saprete mese per mese quali sono gli appuntamenti previsti.
Un abbraccio a tutti voi e a presto!
// Crostata di mele //
°° Ingredienti °°
- 250 grammi di farina semi-integrale di grano tenero
- 80 grammi di pasta di datteri (più info nel post qui sopra)
- 70 grammi di olio di semi di girasole
- 50 grammi di succo limpido di mela
- un pizzico di bicarbonato
- il succo di 1/2 limone
- un vasetto di composta di mele
- 3 mele piccole
- cannella in polvere
ciao Claudia,
mi intriga sempre sperimentare frolle alternative!
da poco ne ho preparata una sostituendo l’acqua con succo d’arancia: adesso proverò questa!
una cosa … ma nella teglia metti qualcosa – tipo olio – per non fare attaccare la frolla o niente come mi sembra di leggere?
un abbraccio aspettando il tuo libro! ^_^
Ciao Antonella,
no no, non metto niente nella teglia: solitamente le frolle sono già sufficientemente oliose per non attaccare, quindi non le ungo mai (poi magari dipende dalla teglia, ma io con alluminio o antiaderenti o altri metalli non ho mai avuto problemi).
Col succo d’arancia non l’ho ancora provata, ma mi arriva il nuovo carico di agrumi la settimana prossima, ne approfitterò 🙂
Un abbraccio a te, grazie!
Vedo adesso questo post e rido di nuovo! Ma che ci sta accadendo, in questo periodo? Siamo più telepatiche che mai e abbiamo le stesse voglie, immagino il tuo viso quando verrai da me! 😀
Sono felice che presto arriverà un altro tuo libro, conserve e marmellate dolci e salate sono la mia passione! So che non si tratta di frutta, ma ho fatto giorni fa persino un chutney di radicchio, prima di salutarlo con l’inverno, ho detto tutto! Curiosa di sbirciare tra le pagine, prometti di condividere anche sul blog altre ricette e vari vasetti? 🙂
Ahahah!! Telepatia pura! Pure i miei fiori ci sono lì sopra, a coronare il tutto! E ti dico anche che la tua richiesta sarà subito accolta, c’è una conserva in programma proprio questa settimana qui sul blog…dimmi che non ne farai una anche tu domenica prossima, sennò facciamo direttamente un sito in comune e assecondiamo il destino!
Grazie bella, un abbraccio 🙂
Buongiorno, posso chiederle a quanti grammi di zucchero equivale pià o meno 80g di pasta di datteri?grazie Elisa
Ciao Elisa, di zucchero mettine un po’ meno, circa 60 grammi. Aumenta però leggermente la quantità di succo di mela, fino ad avere una frolla sufficientemente umida.