La primavera ha debuttato col suo abito migliore, quest’anno. Giornata strepitosamente soleggiata, quella del 21 marzo, arrivata in una finestra di clima generoso dopo settimane di pioggia, prezioso nutrimento di fine inverno che fa il verde brillante, vigoroso e in carne. Non c’è mai da intristirsi, dei grigiumi di marzo, che sono nient’altro che la necessaria premessa alla più ridente delle rinascite, annunciata già da fine febbraio col galoppare veloce del sole, in rivincita sul buio.
Le Crete mi accolgono ancora e ancora, nonostante il mio tradimento. È lì, tra le argille chiusurine, che ho sentito arrivare la stagione più bella già dalla fine del secondo mese, e che l’ho accolta nel giorno dell’equinozio. Anche quest’anno, senza cercarla, la prima rondine l’ho incontrata il 21 marzo, avvertendo prima ancora di vederla quel suo cinguettio allegro, per poi scorgerne il petto bianco sparire nel guscio di terra sotto il tetto di una vecchia casa, nella piazzetta del paese. La immagino, di ritorno, ritrovare il nido già conosciuto e lasciato in estate, immagino il conforto di quel rifugio familiare dopo una così lunga migrazione.
Di ritorno anche io, a Chiusure, raccolgo, accompagnata dalla luce dei tramonti sempre più lunghi dei giovedì pomeriggio; cammino tra i carciofi selvatici, mi riempio l’anima di spazio e le narici d’essenza di artemisia.
Faccio raccolti semplici, che mi bastino per la cena. Ciò che serve per una minestra di erbe miste e lenticchie, e per una misticanza a crudo, piena di nutrimento e di sapore. Porto a casa l’anima dei luoghi, il loro lato amaro e quello dolce, la freschezza dell’acidità e la sorpresa del piccante, la salinità della terra e l’intensità degli aromi che riportano il cuore là, dove nascono le essenze.
Vi condivido una delle mie ultime misticanze di erbe, che non è stata la sola in queste settimane, ma l’unica che ho avuto il tempo di fotografare con la luce giusta. Fiori poco appariscenti, per guarnire, ma un ottimo equilibrio di sapori, senza nessun bisogno di sale, grazie alla sapidità di certe erbe, e la sola aggiunta di olio buono e dell’aceto di rose di Isabella. Molte specie possono essere omesse come altre aggiunte, tutto dipende dall’anima dei vostri luoghi, e della ricchezza che hanno da offrire.
Dopo la ricetta, come uso sempre fare, qualche altra informazione più pratica, sui prossimi appuntamenti e su altri contenuti utili. Buona rinascita a tutti voi!
// Un’insalata selvatica, con le erbe di Chiusure //
°° Ingredienti °°
- Alliaria petiolata, foglie
- Papaver somniferum e Papaver rhoeas, foglie
- Capsella bursa-pastoris, foglie e cimette fiorite
- Centranthus ruber, foglie
- Reichardia picroides, foglie
- Oxalis articulata, foglie
- Calendula arvensis, petali
- Lamium purpureum, fiori
- Poterium sanguisorba, foglie
- Umbilicus rupestris, foglie
- Atriplex halimus, foglie
- Artemisia caerulescens subsp. cretacea, foglie
- Helichrysum italicum, foglie
- qualche goccia di aceto di rose
- olio e.v.d’oliva
- sale marino integrale, solo se non usate Atriplex halimus
Altre informazioni utili
Sul blog sono poco presente, ma per campi invece parecchio! La stagione dei corsi è partita da un pezzo, e andrà avanti ancora fino all’estate, con tanti appuntamenti ancora in programma. Li sto pubblicando via via che li definisco, ne ho già dato accenno nella newsletter dedicata ai corsi, che rinvierò a breve con gli ultimi aggiornamenti, e li trovate, una volta definiti, nella pagina dedicata qui sul blog. I prossimi appuntamenti sono in Valdarno, da Camilla e Samuele dell’azienda agricola biologica La Corbetina il 21 aprile, e poi, in tema con questo articolo, a Chiusure, con ben tre passeggiate in occasione della mitica Festa del Carciofo.
Gli eventi di aprile sono usciti quasi tutti, ne manca solo uno, a maggio già vi dico che tornerò alla Torre il 4 maggio e a Pācina il 12 maggio!
Per altre ispirazioni sulle misticanze selvatiche consultate la categoria delle insalate qui sul blog, ne ho pubblicate un bel po’ nel corso degli anni. Ne ho preparata un’altra giusto in questi giorni per il pranzo di pasquetta, da portare a casa di amici, con anche i fiori di lunaria, forse i miei fiori commestibili preferiti, e tanta Silene vulgaris, tra le più buone selvatiche per il consumo a crudo.
Vi ho già parlato della sorprendente erba sale, Atriplex halimus, in un articolo di qualche anno fa, preparandoci un gazpacho a base di salsa di pomodoro, che di pomodori freschi non era ancora stagione, aromatizzata con due diverse artemisie tra cui una coltivata, il dragoncello, che sta per tornare protagonista sui banchi dei produttori. Se avete a disposizione l’erba sale non vi servirà altro per dare sapidità, altrimenti provate comunque la ricetta con le vostre artemisie preferite, o con altre aromatiche. E in quel caso aggiungete il sale, ovviamente ;).
Se di spontaneo non vi interessano solo le erbe, ma anche le fermentazioni alcoliche, in particolare quelle del vino, non potete mancare a Siena il prossimo 20 aprile. Ci sarà la prima fiera in città dedicata al vino naturale, e sarà a MondoMangione, dove lavoro pure io. Toscanàcini – Piccola Fiera dei Vignaioli Artigiani Toscani sarà zeppa di produttori interessanti, che vi faranno assaggiare i loro vini tutto il giorno dalle 11 alle 19. Poi dalle 19 ci mettiamo pure musica e cocktail, il tutto nel piazzale davanti alla bottega-cucina, che sarà a disposizione per l’intera giornata con buon cibo agricolo a base di materie prime biologiche e localissime. Venite che ci conosciamo! Oddio, io sarò gonfia di lavoro e forse non riuscirò nemmeno a guardarvi in faccia, ma i vignaioli sì, e valgono la visita. Oh, se poi vi fermate fino al 25 venite pure alla passeggiata di Chiusure ;).