Ebbene sì, sto facendo un ritorno alle origini…dopo avervi propinato durante l’anno diversi piatti tipici toscani come questo e questo (che tra l’altro in questo periodo sono di stagione, andate a darci un’occhiata!), un paio di settimane fa mi sono data alle ricette tradizionali della mia famiglia materna e ora vi parlo di un piatto romano che, per quanto semplice e povero, per me è una vera goduria. Anche questa l’ho preparata con l’ausilio di mio padre, telefonico stavolta, perchè non sia mai che la pasta e ceci mi venga male, brodosa o insipida, sui miei piatti preferiti voglio andare sul sicuro e lui questa sicurezza me la dà.
Tradizionalmente la Pasta e ceci a Roma si preparava il venerdì, che nella cultura cristiano-cattolica è il giorno senza carne. Si ammollava il baccalà e poi nella stessa acqua si ammollavano i ceci. In molti alimentari romani il venerdì si trovano ancora ceci e baccalà già ammollati, che ormai il tempo per fare queste cose da sé spesso è poco. In realtà non è che ci voglia poi tanto a mettere a mollo un paio d’etti di ceci, il problema odierno è piuttosto mettere insieme i neuroni necessari a ricordarsi di ammollarli il giorno prima. Che sennò, se non si dispone degli alimentari di cui sopra sotto casa, bisogna tristemente aprire la scatola di latta dei ceci precotti…
Come non pensare quando si parla di pasta e ceci ad una delle scene culto del cinema italiano, quando la banda dei Soliti Ignoti fa il buco nella parete sbagliata e si consola col pentolino avanzato sui fornelli…io mi immedesimo parecchio in Capannelle, che pure nella sfiga e nella disperazione pensa sempre a mangiare 🙂
Inutile dirvi che non c’è bisogno di seguire la tradizione cristiana per decidere o meno se privarsi della carne e che per quanto mi riguarda non ho neanche necessità di sostituirla col pesce, quindi a mollo ci ho messo solo i ceci e se ho preparato la ricetta di venerdì è stato un puro caso 🙂
I requisiti che deve avere una pasta e ceci preparata comeddiocomanda secondo me sono:
1- deve essere densa e cremosa;
2- va colorata con un po’ di pomodoro;
3- deve avere un buon aroma di rosmarino ma senza che ci si ritrovino quegli aghetti amari in bocca, che tanto piacere non fanno.
Per attuare al meglio quest’ultimo punto l’ideale è usare le palline da tè, come questa. Ci si mettono dentro gli aghi di rosmarino freschi o secchi e si immergono nella pentola al momento giusto. In alternativa bisogna avvolgerli per bene in una garza ben chiusa con spago da cucina, per poi togliere il pacchettino regalo prima di servire.
Per gli altri due requisiti fondamentali, seguite la ricetta!
// Pasta e ceci //
°° Ingredienti °°
- 300 grammi di ceci secchi (ATTENZIONE! Vanno messi a mollo 24 ore prima!)
- 150 grammi di ditalini rigati o lisci
- 1 cipolla media
- 2 cucchiai di polpa di pomodoro
- 1 rametto di rosmarino
- olio e.v.d’oliva
- sale
- pepe
Un’ultima informazione: domenica prossima, il 13 ottobre, c’è l’appuntamento annuale con Seminare il futuro. Molte aziende agricole biologiche in tutta Italia aderiscono all’iniziativa, sarà possibile passare una giornata nei campi e partecipare, adulti e bambini, alla semina collettiva che si svolgerà durante la mattinata. Mai come ora credo sia importante, e cito dalla pagina web dedicata all’iniziativa, “sensibilizzare le persone sul tema della provenienza del cibo e del futuro dell’agricoltura, sottolineando […] l’importanza della sovranità alimentare locale e la consapevolezza che i semi biologici e biodinamici rappresentano una vera opportunità”.
Io, se tutto va bene e se non piove, vorrei partecipare cogliendo anche l’opportunità di conoscere una nuova azienda nel mio territorio, che è la Fattoria Pieve a Salti. Se ci riesco, vi racconterò com’è andata!
Maggiori informazioni sull’idea che sta alla base della giornata le trovate qui, e qui c’è l’elenco delle aziende aderenti, potete iscrivervi online durante la settimana, ma sbrigatevi che in alcune aziende le iscrizioni sono già chiuse!
Beh, la pasta e ceci a Roma è un cult, semplice da fare e buonissima !
Tuttavia anche le cose semplici bisogna saperle fare e gli ingredienti freschi rendono tutto molto più buono. Quindi ceci freschi e non in scatola !!
E qui mi pare che siamo tutti d’accordo, no?
Provata ora! Ottimo risultato!
Grazie per la ricetta
Francesca
PS mi sono innamorata di questo blog, condivido il granosalis e il ritorno a scoprire antichi cereali per semplici e uniche ricette
Grazie a te Francesca, davvero! Già quando qualcuno prova le ricette e me lo dice mi fa un piacere immenso, se poi mi dice pure di essere innamorata di granosalis mi regala il sorriso per tutta la settimana 🙂
P.S: sono già al lavoro sui biscotti senza zucchero…
Giuro che questa la faccio (il primo giorno che i miei neuroni decidono di ricordarsi l’ammollo). Come tutti i primi cremosi e densi è una di quelle copertine alla Linus che non posso proprio mancare!
Ahahaha! Sì, è proprio una copertina di Linus! Bellissimo termine di paragone, l’hai proprio azzeccato, complimenti 🙂
Auguri per i neuroni, l’impresa è ardua, lo so…
Oddi potrei viverci di ceci credo siano il mio legume preferito, io non avevo mai pensato a mettere le erbe aromatiche nei filtri °_______° sei un piccolo genio!
Ah Cesca, probabilmente non ci avrei pensato neanche io se non l’avessi visto fare a mio padre fin da piccola! Devo dire che in questo caso il merito va a lui…
Pure io adoro i ceci, in questo esatto momento, anche se sono le 10 di mattina, mi è venuta voglia di cous cous brodoso e zeppo di ceci e patate…provvederò al più presto. Certo magari a ora di cena e non a colazione 🙂
A me la pasta e ceci piace meno liquida (meno zuppetta e più pastasciutta)! Comunque OTTIMA e molto ingegnosa l’idea della pallina per il tè per recuperare gli aghetti del rosmarino! 😉
Oh, questa pallina ha avuto successo! Sono contenta di avervi dato una buona idea, io pensavo lo facessero tutti! Mai dare niente per scontato…
Grazie del feedback Mari!
P.S: Mi manca solo un blog per completare la mia lista di affidabili, prossimamente la pubblico…
Passo a conoscerti grazie a Mari e trovo questa splendida pasta e ceci. Io la facci sia tal quale a questa (che è la preferita della mia bimba più grande), sia in versione più asciutta… ottima sempre!
Ciao Daria, benvenuta!
Grazie dei tuoi complimenti e grazie del passaggio, ci si sente molto presto…mi piace questo compito che ci hanno affidato 🙂 E mi fa molto piacere aver conosciuto il tuo spazio grazie a questo!
commento qui ma sappi subito che mi rode: non riesco a far attecchire i capperi io!!! e quindi capirai che mi rode parecchio vedere le tue autoproduzioni…. porca miseria!
bella pasta e ceci. io adopero l’aglio al posto della cipolla nel soffritto. prova la variante. felice di conoscerti Claudia!
Sandra
Hahaha! Ciao Sandra, benvenuta anche a te…se ti può consolare…lo ammetto, mi sa che quei capperi non sono venuti un granché…sapore troppo amaro e odore troppo forte. Non capisco se è colpa dei capperi o del momento di raccolta o di come li ho processati…boh! Sto cercando di approfondire.
Insomma, di tante autoproduzioni hai beccato proprio quella che mi è venuta peggio! 🙂
Ho letto diverse ricette che usano l’aglio invece della cipolla nella pasta e ceci, e mi suona gran bene perchè l’aglio e i ceci decisamente vanno d’accordo (adoro l’hummus!), ma qui ho voluto seguire fedelmente la ricetta paterna. La prossima volta provo!
Felice di conoscerti anch’io e a presto!
Ciao Claudia, che bella idea quella di mettere gli odori nella palline da tè! Non so perchè, ho sempre creduto che pasta e ceci sono di origini Toscane…Cmq, io la faccio con la pasta casereccia (di kamut integrale) e mi viene densa, densa. Con un bel filo d’olio è una goduria a non finire!
Ciao Ivy! No no, di tradizione la pasta e ceci è romanissima, anche se di certo si prepara molto anche qui in Toscana, che non è così distante dalla capitale. Con la pasta fresca in effetti è molto buona, mia nonnna la faceva così.