21 Marzo finalmente! Giorno-uguale-notte, in perfetto equilibrio. Da domani le ore di luce avranno la meglio e potremo iniziare a lasciarci alle spalle questo lungo inverno. Mi è sempre piaciuto festeggiare l’arrivo della Primavera, molto più di altre ricorrenze “istituzionali” e quest’anno ne sento un particolare bisogno. L’inverno mi è sembrato lunghissimo, parecchio avido di sole e abbastanza faticoso. Mi sono dovuta mettere alla prova in tante cose nuove e sento un gran bisogno di una bella carica di energia vitale, di un’esplosione di colori e di odori, di luce e calore, di verde prepotente che invade tutto.
Per dare una degna accoglienza alla stagione più bella dell’anno, la vostra streghetta ha riacceso i radar e si è messa alla ricerca delle prime erbe selvatiche da mettere nel piatto per pranzo, munita di coltello spilucchino, bustina del raccoglitore, soliti stivali di gomma ormai irrimediabilmente incrostati di fango, macchina fotografica e cane zompettante al seguito. Qualcosa inaspettatamente era già lì nel mio giardino, altre cose me le sono andata a pescare in giro, tirando fuori piantine di tarassaco dalla loro coperta di foglie di quercia secche e scovando un bel giacimento di pimpinella lungo una strada di campagna poco lontano da qui.
Le protagoniste della ricetta di oggi hanno parecchie proprietà benefiche: in generale svolgono un effetto disintossicante e diuretico, sono ricche di mucillagini e clorofilla, depurative del fegato e ricostituenti. Le mucillagini sono delle sostanze vischiose che permettono alla pianta di trattenere l’acqua e mantenere costante l’idratazione. Assumendole con l’alimentazione sfruttiamo le loro proprietà emollienti e lenitive, utilissime alle pareti dello stomaco e alla salute dell’intestino. La clorofilla è pura energia solare concentrata, assumendola dalle piante possiamo regalare un gran carico di ossigeno a tutte le nostre cellule, che ne hanno costantemente bisogno per svolgere al meglio il loro lavoro. Le foglie verdi sono la miglior fonte di clorofilla, più il verde è intenso e più la quantità è superiore.
La pratolina la conoscerete tutti, ma magari non l’avete mai assaggiata, più che altro vi ci sarete stesi sopra in un assolato pomeriggio di primavera. Ebbene sì, ve la potete anche mangiare, sia i fiori che le foglie. Al vostro prossimo svacco pomeridiano portatevi un coltellino.
Delle portentose proprietà del tarassaco abbiamo già parlato in passato (e vi preannuncio che ne riparleremo presto, ho in serbo una chicca per l’autoproduzione di marzo!), la piantaggine normalmente si usa essiccata in fitoterapia, ma le foglie giovani si possono consumare in insalata, unite ad altre erbe; non mi dilungo troppo adesso a parlare di questa eccezionale piantina perché vorrei presto scrivere un post tutto per lei. La cosa buona della piantaggine è che cresce davvero ovunque e in abbondanza.
La pimpinella aggiunge un gusto particolarissimo al tutto, provate a masticarla da sola e sentirete alla fine un sapore inconfondibile di noce. Ha piccole foglioline dai bordi zigrinati, la potete trovare soprattutto sui prati in zone asciutte a calde, ma anche nei boschi e ai bordi delle strade. Ha anche usi fitoterapici, ma se volete mangiarla in insalata l’ideale è cogliere piante giovani e tenere. La violetta…non è che abbia trovato grandi informazioni in giro sulle proprietà della violetta, ma ci stava davvero troppo bene in questo insieme! Di certo male non fa.
// Misticanza di foglie e fiori di Pratolina, Pimpinella, Tarassaco, Piantaggine e Violetta //
°° Ingredienti °°
- due manciate di foglie di pratolina
- due manciate di foglie di pimpinella
- due manciate di foglie di tarassaco
- due manciate di foglie di piantaggine
- qualche fiore di tarassaco e di violetta
- olio extra-vergine d’oliva
- sale
Opzionale:
- due piccole carote
- un avocado maturo
Proprio ieri sera prima di dormire leggevo un libro sulle proprietà dei frullati verdi e mi sono imbattuta in una tabella che metteva a confronto diverse foglie verdi per contenuto di minerali. Le piante selvatiche, come ortica o tarassaco, ne contenevano in media esponenzialmente di più rispetto alle classiche verdure coltivate, come bietola o spinaci. Appare evidente che ciò che la natura ha portato avanti in autonomia, senza la manipolazione umana, ha conservato una ricchezza nutritiva ed energetica nettamente superiore, di cui potendo vale la pena approfittare.
Auguro a tutti voi una splendida e raggiante Primavera!
Il tuo piatto di erbe selvatiche e fiori mi è tornato nella mente l’immagine di quando ero bimba che con i piattini di plastica si giocava preparando le pietanze utilizzando tutto ciò che trovavi nel giardino, compresa la terra… 🙂 Complimenti per le foto, sono meravigliose. Myriam
Hahaha! Sì, è vero, non ci avevo pensato ma ricorda molto quei giochi che le bambine fanno quando stanno all’aria aperta, ti portano il piattino pieno di erba, terra, fiori e sassolini! Beh, noi terra e sassolini li evitiamo, sarà meglio…
Ciao, scusa ma la foto che hai messo della piantaggine è sbagliata.Quella è Silene alba,si vede benissimo peluria,che piantaggine non ha.Ciao da Carla
Carla, grazie mille della segnalazione!!! Non tornavo su questo post da moltissimo tempo e hai proprio ragione, quella non è di certo piantaggine, si vede anche dalle venature…la cosa strana è che poi nell’insalata la piantaggine si vede chiaramente 🙂 Tolgo subito l’immagine, ne scatterò un’altra in questi giorni in sostituzione, grazie ancora e ciao a te!
La piantaggine è amara, non pensavo…
Quanto lo sia dipende molto da luogo e momento di raccolta, dalle singole piante e dai gusti individuali :). Però sì, tende più verso l’amaro che verso il dolce.