Adoro le patate, in ogni tipo di preparazione. Datemi anche un semplicissimo piatto di patate lesse al prezzemolo e mi farete felice. Se poi me le fate al forno, allora sarò felice il doppio!
Sono sempre alla ricerca di ulteriori modi per aumentare la croccantezza e la bontà delle patate al forno, uno dei miei piatti preferiti in assoluto. Mi sono imbattuta in una ricetta interessante sul blog Cookie and Kate, e la foto era così invitante che l’ho voluta sperimentare. Vi avverto, la preparazione è un pelo più laboriosa rispetto al tagliare le patate come viene, metterle nella teglia in maniera randomica e girarle di tanto in tanto, ma ne vale assolutamente la pena. Uno dei consigli di Kate per avere delle patate croccantissime è metterle a bagno 10 minuti in acqua calda prima di infornarle, in modo che i tuberi rilascino parte del loro amido e siano maggiormente in grado di assorbire l’umidità, il che dà come risultato delle patate morbide dentro e croccanti fuori. L’altra cosa essenziale per la riuscita della ricetta è disporre gli spicchi su un unico strato nella teglia, senza sovrapporle, e fare in modo che vengano rigirate una ad una verso fine cottura per farle imbrunire al punto giusto da entrambi i lati.
Nella ricetta originale viene usato olio di canola. Sono andata ad informarmi perché sinceramente non l’avevo mai sentito nominare, e visto ciò che ho trovato in giro non ho ritenuto opportuno testare questo nuovo ingrediente preferendo tenermi stretto il mio olio d’oliva.
La canola è in pratica una varietà di colza a basso contenuto di acido erucico (il suo nome è contrazione di CANadian Oil Low Acid – Il Canada è il principale produttore), ossia la componente dell’olio di colza più nociva per l’alimentazione umana. Si dice sia OGM, in realtà non lo è nel moderno senso del termine(anche se la Monsanto ha brevettato la sua personale super-versione della canola), è uno di quegli alimenti ottenuti tramite irraggiamento, un po’ lo stesso discorso del grano Creso (che, per inciso, è quello contenuto in quasi tutta la pasta e il pane che arrivano sulle tavole degli italiani). Insomma, la colza, il cui olio viene normalmente impiegato per usi industriali non alimentari e per produrre biodiesel, è stata presa e sottoposta a radiazioni per indurre mutazioni nel suo DNA, fino ad ottenere gli effetti desiderati per la sua commercializzazione alimentare. L’olio di canola viene pubblicizzato per il suo basso contenuto di grassi saturi, e per la sua ricchezza in acidi grassi omega-3 e omega-6. In rete si trovano informazioni sui danni della canola forse anche un po’ esagerate, ma che in generale mi fanno diffidare. Intanto perché “basso contenuto di acido erucico”, non vuol dire che la sostanza dannosa sia assente, poi perché sapere che il governo e l’industria canadese pagarono alla Food and Drug Administration 50 milioni di dollari per inserire l’olio di canola nella lista degli alimenti GRAS (Generally Recognized As Safe, riconosciuti generalmente come sicuri) non è che mi faccia proprio stare tranquilla sulla sincera qualità del prodotto. Ma soprattutto…perché mai dovrei usare un olio ottenuto da mutazioni indotte e dalla dubbia qualità, quando esiste l’olio extra-vergine di oliva, naturale, locale e di cui, contradditemi se sbaglio, non ci sono effetti dannosi riconosciuti? Se voglio ridurre drasticamente i grassi saturi nella mia alimentazione mi basta evitare i prodotti animali, e se voglio implementare omega-3 e omega-6 nella mia dieta, oltre a poter utilizzare il molto più sano olio di semi di lino, mi basta ricordarmi delle noci, che sono una bomba di nutrienti preziosi, oltre che di acidi grassi polinsaturi.
Ma dicevamo…
// Spicchi di patate al forno //
°° Ingredienti °°
- 6-8 patate biologiche
- olio e.v.d’oliva
- sale e pepe





Questa è la versione base della ricetta, che potete ulteriormente insaporire come vi pare, per esempio con un paio di spicchi d’aglio vestiti aggiunti a inizio cottura, con un rametto di rosmarino, con cipollina fresca tritata sulle patate già cotte.
Ho appena scoperto questo blog. E’ delizioso e ispira oltre a essere incoraggiante. Mi piacerebbe vedere tutte le ricette e scoprire se ne trovo una per i veri cavallucci di Siena(senza lievito chimico). Un carissimo saluto.