Questa è una ricetta per chi le alghe hijiki le ha già in dispensa; agli altri non so se mi sento di consigliarle in questo momento perchè crescono solo sulle coste del Giappone. Non se ne parla più, ma dal terremoto disastroso di oltre due anni fa le cose non sono migliorate, anzi. La centrale nucleare di Fukushima, gravemente compromessa dallo tsunami conseguente alla fortissima scossa dell’11 marzo 2011, continua ad essere una minaccia e una gravissima fonte di inquinamento costante del territorio e delle acque dell’Oceano Pacifico, aggredite da continui sversamenti di acqua radioattiva. La contaminazione è estesa, tanto che sulle coste californiane sono stati pescati tonni contaminati a due anni dal disastro. La vera e propria operazione di bonifica della centrale è prevista per il prossimo novembre, quando si dovranno iniziare le pericolosissime procedure per lo smaltimento del combustibile nucleare. Intanto dal marzo 2011 il sito nucleare non è mai stato veramente sotto controllo e non ha mai smesso di emettere radiazioni e di inquinare il territorio, con ovvie conseguenze sulla salute umana e ambientale.
Contro i movimenti della natura ben poco si può fare, questo si sa. Un terremoto è sempre imprevedibile, come un’eruzione vulcanica o lo tsunami che può conseguirne. Ma si può tenere conto del fatto che questi fenomeni esistono quando si progetta un’opera potenzialmente pericolosa, e soprattutto quando l’opera inizia a funzionare. La Tepco, la società che ha in carico i reattori di Fukushima, ha ammesso che l’impianto aveva già molti problemi prima dell’incidente, che la sicurezza aveva molte falle, che la centrale era in condizioni di degrado. Ha ammesso, insomma, che probabilmente l’incidente sarebbe stato evitabile, o per lo meno non di tale entità da raggiungere il massimo livello nella scala di gravità degli incidenti nucleari, lo stesso di Chernobyl.
Mi tornano alla mente altri disastri costati la vita a migliaia di persone che potevano essere evitabili, ma che la corsa al profitto non ha voluto evitare. Quando è crollata la diga del Vajont, devastando un’intera valle con tutti i suoi abitanti, tragedia ampiamente annunciata da frane precedenti e rilievi geologici. O l’infame incidente di Bhopal, in India, dove nella fabbrica di pesticidi della Union Carbide ogni norma di sicurezza è stata deliberatamente ignorata, causando la nube tossica che in poco tempo ha ucciso migliaia di persone e avvelenato l’ambiente circostante.
In Italia due anni fa abbiamo ribadito il nostro no al nucleare, ma questo non ci mette al riparo dalla noncuranza delle grandi aziende nella gestione della sicurezza dei loro impianti nel mondo, che si parli di nucleare, di industrie chimiche, di qualsiasi altra cosa sia potenzialmente nociva per l’uomo e la terra. Tornando alle alghe, guarda un po’ la coincidenza, tra le loro proprietà c’è quella di espellere le radiazioni dal corpo. Il problema è che crescendo in un mare così altamente contaminato, credo che in questo momento abbiano l’effetto opposto. Fortunatamente molte alghe usate nell’alimentazione umana non crescono solo in Giappone, ma anche in Europa, sulle coste atlantiche. Non le alghe hijiki però. Avendo una lunghissima conservazione, io ne avevo ancora un pochino di quelle comprate prima del marzo 2011. Sicuramente anche quelle comprate un po’ dopo facevano parte di scorte già arrivate in Europa, ma quelle arrivate successivamente evito di consumarle, nonostante le mille rassicurazioni e controlli.
Pubblico questa ricetta nella speranza che la situazione sulle coste giapponesi si risolva al più presto, anche se dovranno passare ancora anni prima che i mari tornino relativamente puliti. Non so a voi, ma a me vedere le immagini dell’acqua in ebollizione davanti alla centrale ha stretto lo stomaco e il cuore, anche se a migliaia di chilometri di distanza da casa mia.
// Crostini di alghe hijiki //
°° Ingredienti °°
- 4 cucchiai di alghe hijiki essiccate
- 4 fette di pane
- 1 spicchio d’aglio
- abbondanti foglie di prezzemolo fresco
- 1 cucchiaio di olive taggiasche sott’olio
- 1 cucchiaio di pinoli
- 1 pizzico di sale o 1 cucchiaio di gomasio
- 4 cucchiai di olio e.v.d’oliva
- qualche goccia di shoyu (salsa di soia)
- il succo di mezzo limone
Per questa ricetta deliziosa devo ringraziare Marina della già citata scuola di cucina naturale Gioia di vivere. Nella sua ricetta c’erano i capperi, ma io li ho sempre sostituiti con le olive taggiasche. Comunque decidiate di fare, questi crostini sono buonissimi: nonostante l’alga hijiki sia tra le alghe commestibili quella dal sapore più deciso, potreste servire questo antipasto a chiunque e sfidarlo a indovinare qual è l’ingrediente di base, non ci arriverebbe mai. Beh, prima di tutto non ci arriverebbe perchè l’abitudine di mangiare alghe è ben poco diffusa nel nostro paese, ma in ogni caso sarebbe difficile qui riconoscere un sapore strano o troppo forte. Queste alghe, oltre ad avere in comune alcune proprietà con le altre alghe, come la già citata capacità di espellere le radiazioni dal corpo o l’alto contenuto di iodio, stimolante delle funzioni tiroidee, ha un altissimo contenuto di calcio, che la rende particolarmente adatta alle donne in menopausa.
Quanto mi piacciono le ALGHE!
Purtroppo anch’io non mi fido più tanto ad acquistarle per il motivo che hai spiegato molto bene in questo post. I rivenditori italiani parlano di alghe “sicure” provenienti dalla Cina, ma la cosa non mi tranquillizza proprio per niente! Sto centellinando le scorte della dispensa…
Ciao MARI
Mari, anche a me piacciono moltissimo, le uso da parecchio e sono molto contenta di averle scoperte.
Secondo me c’è poco da fidarsi…se arrivano tonni contaminati fino in California, al di là dell’oceano, dubito che i mari della Cina siano sicuri.
Io ho ancora un pugnetto di alghe arame da fare fuori, dopodiché solo alghe europee!
A presto 🙂
Peccato pr davvro per le alghe giapponesi -_-
Intanto dobbiamo accontentarci di quelle del Nord Europa !
Crostini invitantissimi!
Cesca
…che comunque le varietà che si trovano in Europa sono sempre state le mie preferite: adoro la dulse e la wakame.
Ciao Cesca, grazie di essere passata!
Ciao Claudia, complimenti per la ricetta! Anche io uso molto le alghe nei vari pesti e salse da spalmare, preferendo mangiarle crude che in zuppe. Proverò questa ricetta senz’altro! Sono arrivata dal tuo blog con una ricerca di blogger “naturali”…Io ho aperto da poco un blog di cucina 100% bio e naturale, con prodotti di stagione e con indice glicemico basso. Non utilizzo farine ne zuccheri raffinati, tantomeno non compro più da anni nulla di industriale, faccio quasi tutto da me e mi piace un sacco! La ragione della mia cucina sta nella volontà di aiutare mio marito nella gestione della sua malattia ( diabet 1) e abbiamo avuto davvero tanti risultati! In soli sei mesi lui è riuscito a ridurre l’assunzione dell’insulina di quasi 40-45%! Ora ti ho inserito tra i miei blog preferiti e tornerò spesso a trovarti! Se ti va di ricambiare, ecco il link al mio blog e l’ultima ricetta: http://www.dolcesenzazucchero.com/crepes-di-quinoa-senza-uova/
A presto e grazie!
Ivy
Ciao Ivy,
Grazie a te per esserti fatta conoscere! Sto sperimentando cose nuove in cucina ultimamente e sul tuo blog ho trovato parecchie idee interessanti.
Mi ha fatto piacere leggere la tua storia e sapere come hai messo in pratica le tue conoscenze per iniziare a liberare te e tuo marito dalla dipendenza da farmaci. Anche io credo che l’alimentazione sia tra le migliori medicine!
Tornerò senz’altro a trovarti, tu passa pure qui quando vuoi 🙂