Quando ero piccola adoravo accompagnare mio padre a fare la spesa il sabato. Non tanto al mercato, anche se mi piaceva molto, perchè ci andava troppo presto la mattina e a me piaceva troppo dormire. Ma il pomeriggio al supermercato non me lo volevo perdere: per me era come andare nel paese dei balocchi (ve l’ho già detto che mi è sempre piaciuto mangiare, sì?), adoravo riempire il carrello di ogni sorta di schifezze offerte dalla grande distribuzione, che avrei poi fatto fuori durante i lunghi pomeriggi di compiti e davanti alla tv la sera dopo cena. Questo fino ai 12 anni circa, poi, si sa, l’adolescenza inizia a riempire i sabato pomeriggio di parecchie altre cose…Per fortuna poi sono arrivati anche i vent’anni e insieme a loro un primo bagliore di consapevolezza alimentare. Merendine, caramelle e snack confezionati erano già parecchio diminuiti nella mia dieta quotidiana, ma hanno cominciato a farlo sempre di più fino a scomparire del tutto.
Anche nei miei anni di supermercato-dipendenza una cosa che non mettevo mai nel carrello erano succhi e bibite gassate e non, non ci sono mai andata matta. Bevevo tanta acqua e odiavo la Coca Cola. I succhi di frutta confezionati sono certamente meglio della Coca Cola, questo è sicuro, ma credete siano poi così nutrienti e benefici?
Esistono diverse classificazioni di succhi di frutta: i succhi 100%, a base di spremute di frutta ma più spesso di succo concentrato diluito in acqua, a cui può essere aggiunto anche zucchero; i nettari di frutta, in cui la percentuale di frutta si assesta intorno al 50%, e le bevande analcoliche a base di succo di frutta, in cui il contenuto di frutta è uguale o inferiore al 30%. Eviterei di considerare le “bevande al gusto di frutta”, spacciate per succhi ma con un contenuto di frutta pari o inferiore al 12%.
Il succo ACE che troviamo al supermercato rientra nella terza categoria: la percentuale di frutta presente si assesta tra il 24% e il 30%. Questi gli ingredienti di una marca piuttosto nota: acqua, succhi (arancia 20%, carota 5%, limone 5%), zucchero, sciroppo di glucosio–fruttosio, aromi, vitamine C, E e provitamina A (beta carotene). Insomma, la frutta, che di un succo dovrebbe essere la grande protagonista, qui non ha certo la meglio su aromi e zuccheri vari. La pastorizzazione poi, indispensabile per poter imbottigliare una bevanda a base di frutta, e i vari processi di lavorazione rendono questo “succo” un liquido morto, o per lo meno moribondo, tanto che le famose vitamine A, C, E vengono aggiunte di sintesi. La vitamina C, ad esempio, viene distrutta oltre i 40-45° e la pastorizzazione raggiunge temperature di 95°.
Già una buona spremuta di arance fresche è alla portata di tutti e 100 volte più nutriente e benefica di quest’acquetta colorata e zuccherosa. Se poi volete proprio il succo ACE, farlo in casa non è tanto più complicato, e vi assicuro che il suo gusto ricco e vivo non ha assolutamente niente a che vedere con quella roba che vi vendono nel tetrapack. Il colore, poi, sarà sempre diverso, a seconda della stagione e della maturazione delle arance: questo, come potete vedere dalla foto, è il momento dell’arancia rossa!
// Succo ACE //
°° Ingredienti °°
- 8-10 arance succose
- 6 carote medie
- mezzo limone, o anche uno se è piccolo
- un centimetro di radice di zenzero, facoltativo, per arricchire il succo di proprietà benefiche ulteriori
Nel pensare questo post sono stata in parte ispirata da uno degli ultimi post di Manuela, quello in cui c’è la ricetta del brodo granulare fatto in casa. Presto (o tardi!) vi darò anche la mia versione, intanto andate a leggere il suo articolo. Fa davvero rabbia leggere la percentuale di verdure presenti in un brodo granulare confezionato…molto ma molto meno della percentuale di frutta in un succo ACE!
Come concordo su tutto quello che scrivi! E pensare che a mia figlia la centrifuga di frutta ho provato a farla più volte. La sua risposta? “Mamma, io preferisco quello di supermercato!!!!”. Sgrunt!!!
Mannaggia Sara, a volte non c’è proprio niente da fare 🙂 Ma sai mai, col tempo le cose cambiano…
Eh eh! mica mi arrendo eh!!! Che poi, sti succhi di frutta io non riesco proprio più a berli. Dolci alla nausea! Vuoi mettere una spremuta o un centrifugato fresco, dove senti il gusto vero della frutta??? Si si, ce la faremo!!! Avanti tutta!
La bellezza di condividere queste piccole perle di consapevolezza è che ti permettono di aprire molto velocemente un mondo che credevi già ben noto.
Sono sempre stata piuttosto restia ad acquistare i succhi, soprattutto quelli che non si trovano nei banchi frigo, perchè non mi spegavo come una cosa viva potesse durare così a lungo…arcano svelato grazie a questo post!
Perchè di vivo c’è quasi nulla…
Che rabbia e che tristezza!
Tanto più che arrivo da un fine settimana immersa nella natura, dove ho avuto la fortuna di affrontare questi discorsi con i proprietari del piccolo albergo in cui abbiamo dormito: mi chiedo, ma se siamo così tanti a non volere questo, com’è possibile che ce la facciano sotto il naso praticamente sempre?!
Un abbraccio
Purtroppo le cose stanno proprio così…è anche vero che le persone sono sempre più sensibili a queste tematiche, e alla fine sono le persone che fanno il mercato. Quello che ci hanno propinato dal dopoguerra in poi è stato accolto con tutti gli onori, quanta comodità, quanta varietà e che gusto eccezionale! Questo solo perchè non c’era chiarezza su quale fosse il prezzo di questa grande praticità e “gusto”…ora che finalmente questa consapevolezza inizia ad esserci il grande scoglio è superare l’assuefazione da piatto pronto che imperversa in tante famiglie. Ce la faremo?
Un abbraccio anche a te cara
Fare la spesa è così divertente, hai ragione! Anche per me è una passione antica, accompagnavo sempre mia madre al mercato e poi al supermercato… sì, perchè la tappa era doppia: al mercato si vendono la frutta e la verdura migliori, ma alcune cose si possono trovare solo tra gli scaffali… e quindi due giri di giostra, yuppi! 🙂 Anche adesso faccio spesso così, quando ho tempo e gironzolo nel quartiere, a piedi…
Il succo ACE è il preferito di Teo, credo sia giunto il momento di provare a farlo homemade, con l’arrivo della bella stagione… concordo sulla genuinità, su quanto alcuni cibi “commerciali” vadano evitati… per pigrizia li prendiamo ma cosa costa volersi un po’ più bene? Nulla, direi… 🙂
Non costa nulla e si guadagna tanto 🙂
Immaginavo che questa passione fosse comune, bello sapere che lo era fin da bambine…il mercato della mia infanzia era enorme, uno dei più grandi di Roma credo, o forse me lo ricordo io così perchè ero una pulce in mezzo a quei mille banchi di frutta, verdura, pane, pesce, noci e spezie. O forse ero troppo intontita dal sonno del sabato mattina presto!
Ciao Claudia, cosa mi hai fatto ricordare!A casa i succhi di frutta sono entrati tardi a causa della diffidenza dei miei genitori, fatto sta che quando la prima confezione da 1 l di succo all’ananas è entrata mio padre se ne è uscito con la brillante idea (da tirchio quale era!) di diluirlo con acqua ogni volta che ce lo somministrava. L’unica cosa positiva di questa ‘imbarazzante’ storia è che io smisi subito di volerne 🙂 anche perchè mi sembra di capire che mio padre andasse così a diluire qualcosa di già molto diluito 😉 dalle stime che tu riporti!Oggi grazie ad una centrifuga ho superato il trauma e vinto la bugia consumistica. Il più delle volte riciclo gli scarti: quelli di verdura per i soffritti, quelli di frutta per sorbetti e gelati. Un bacio grande!
Ciao Laura, che piacere ritrovarti qui!
Sì, mi sa che la diluizione di quel vostro succo d’ananas era già abbastanza spinta. Se ci pensi questa regolamentazione sui succhi, in cui i produttori sono obbligati a indicare la percentuale di frutta utilizzata e a classificare la bevanda di conseguenza, è relativamente recente, quindi immagino che in passato li annacquassero ancora di più! Nonostante la quantità di porcherie che ci sono oggi nei supermercati, il controllo sull’etichettatura è diventato molto scrupoloso, figuriamoci quindi che porcherie ancora peggiori c’erano in passato, quando la lettura dell’etichetta non veniva neanche in mente a nessuno…
La centrifuga e l’estrattore li ho scoperti tardi, solo 4-5 anni fa, ma da lì bere succhi è diventato un piacere per davvero, per il palato e per il mio corpo!
Un bacio anche a te, a presto 🙂