Le mie due relazioni d’amore più lunghe, tra cui quella tuttora in corso, hanno entrambe avuto come protagonisti uomini di origini pugliesi, il che ha avuto la piacevolissima conseguenza tramite loro e i loro genitori, di entrare a contatto con ogni sorta di cose buonissime appartenenti alla cucina regionale in questione. Ho quindi avuto la fortuna di poter gustare orecchiette sapientemente impastate e strascinate da autentiche mani salentine, focacce alte, soffici e goduriose e autentici panzerotti pugliesi prodotti con amore da grandi mani di San Ferdinando di Puglia, oltre a venire a conoscenza della splendida favetta e cicoria. E ce ne sono ancora di cose da scoprire!
Non avevo in programma di fare le orecchiette, ma giorni fa da Marcello mi sono ritrovata davanti un cestino di cime di rapa appena colte da applauso, mai viste così belle. Insomma, mi hanno indotta a mettere le mani in pasta per onorarle di una degna compagnia.
Le orecchiette non sono complicate da fare, ovviamente più il numero di persone aumenta, più tempo prendono…se penso che una volta le ho fatte per una cena che mi avevano commissionato per 22 persone mi vengono i brividi, avevo orecchiette a seccare per tutta casa e non è che vivessi in una reggia. L’ideale è farle in compagnia, come le paesane di una volta, in modo che il tempo passi più rapidamente e il gesto ripetitivo non venga a noia. Io in questa occasione ho avuto il supporto proprio del mio uomo di sangue pugliese, che tutto preso dall’orgoglio regionale si è dedicato anche alla preparazione delle cime. Per l’impasto ho usato una farina di grano duro Senatore Cappelli, che ho preso dal Podere Pereto, un’azienda agricola a pochi chilometri da casa mia di cui vi parlerò presto. Il semolato purtroppo non lo vendono, quindi mi sono dovuta accontentare di una semola del supermercato, sempre biologica ma di certo non altrettanto di qualità. Se vi è possibile scegliete un semolato, che è il grado di lavorazione prima della semola, meno raffinato e più digeribile. I grani antichi come il Senatore Cappelli sono preferibili per tante ragioni, di cui parleremo più avanti, quando vi parlerò anche del Pereto. Ve l’ho già detto che sto preparando un post sulle farine, no?
Difficile spiegarvi il gesto della strascinamento dell’orecchietta…ho pensato di linkarvi qualche video istruttivo, in cui è possibile vedere esperte signorone pugliesi mentre ne preparano per un esercito alla velocità della luce, come ad esempio qui (ma quant’è veloce?) o qui. Le prime volte che ho fatto le orecchiette le ho lavorate solo con le dita, ma dopo aver visto questi due video ho voluto provare con un coltello: per me non c’è paragone, il coltello vince, troppo più comodo ed efficace. Il difficile è arrivare a fare la prima orecchietta fatta bene, quando succederà ve ne renderete conto e capirete di conseguenza qual’è il gesto corretto da fare. Provate e riprovate, alla fine ci riuscirete facilmente. C’è chi le fa anche solo con le dita, come la signora di quest’altro video, che mi colpisce in maniera particolare rispetto alle altre, velocissime e caotiche, per l’estrema lentezza, ordine e calma con cui compie qualsiasi movimento, nonostante sono sicura che in questa occasione qui ripresa stia preparando le orecchiette per la millemilesima volta e che il movimento sia ormai per lei più che automatico. Sarà che ha novant’anni? Vabbè, comunque se volete vedervi il video fino alla fine vi racconta pure qualche storiella. Che vogliate seguire l’esempio delle superpastaie o della vecchina zen, sono certa che avrete le vostre soddisfazioni!
// Orecchiette fatte in casa alle cime di rapa //
°° Ingredienti °°
Per le orecchiette:
- 500 grammi di semolato di grano duro
- 250 grammi di farina semintegrale di grano duro
- acqua fredda quanto basta
Per il condimento:
- cime di rapa a volontà
- 2 spicchi d’aglio
- peperoncino
- olio e.v.o.
- sale
Le orecchiette possono anche essere seccate e messe via per altre occasioni, quindi volendo potete abbondare a farvi una scorta. Seccano all’aria stese sui vassoi per un paio di giorni, ve ne accorgerete toccandole quando sono fatte, poi potete conservarle in sacchetti di plastica per alimenti o in sacchetti di carta. Che dite, vi è venuta voglia?
Mia cara Claudia mi è venuta la quolina…. Complimenti e soprattutto per il lavoro fatto in collaborazione che non guasta mai specialmente quando è fatto con allegria. Baci
P.S. io con queste stelline non ci capisco nulla…. mi è uscito meno 13…
Grazie Myriam…se Marcello ha ancora le cime ci facciamo una mangiata la settimana prossima? Magari le strasciniamo insieme 🙂
P.S: Lascia stare le stelline, mi sa che è meglio…cerco di capire bene come funzionano!
Che splendore!
Io avevo fatto un corso intero sulla pasta fresca,ma è un po’ che non “fabbrico”orecchiette e cavatelli…questo post mi ha decisamente fatto tornare la voglia!
Leggendo della cena per 22 persone rabbrividisco insieme a te……..non so se i miei nervi avrebbero saputo tollerare tanto!
Buona settimana!
Non so come hanno fatto i miei di nervi a tollerare! Comunque pare che ce l’ho fatta e la cena è stata anche molto apprezzata…se non lo fosse stata allora sì che i nervi avrebbero ceduto!
Bellissime queste orecchiette!
Aspetto in trepida attesa news del podere. Sai se servono anche i GAS?
Grazie!
Chiederò al Pereto se servono i GAS, ti scriverò in privato sulla mail che hai usato per commentare, ok?
Uhm !!!! La pasta fresca sembra essere bonissima ! Personalmente, però, non sono una fan delle cime di “repa” (alla pugliese ?!,), c’é un altro modo di condirle ?
Hahaha, sì alla pugliese si direbbe così, anche se credo sia una delle regioni con più varietà di dialetti al suo interno, magari in ogni provincia si dice diverso!
In alternativa alle cime si può usare un semplicissimo pomodoro e basilico, a me se devo dire la verità piacciono anche di più in questa versione alternativa, ma essendo stagione di cime di rapa ho dato la precedenza a loro. Al posto delle cime si possono usare anche i broccoli, oppure si possono condire, per chi usa i latticini, con ricotta e pomodori secchi o con ricotta e basta, con un po’ di pepe. O ancora farle alla sorrentina, pomodoro e mozzarella ripassate in forno, come gli gnocchi. Che dici, può bastare? 🙂
yes, that’s enough for now ! The best are the orecchiette con ricotta e pepper !
Che belle! Complimenti, sono perfette! Durante l’ultima puntata di Master Chef si sono cimentati con la preparazione delle orecchiette con una vecchietta che dava istruzioni sul corretto movimento, mi è venuta voglia di provare a farle ed ora anche tu, guarda caso, hai postato questa ricetta. Con i miei tempi …. chissà se riuscirò a cimentarmi in questa impresa prima della fine dell’anno!?! 🙂
Beh, di tempo ne hai, siamo solo a gennaio! 🙂
Grazie dei complimenti!
Eccome se mi è venuta voglia… ho giusto un pacco di farina macinata a pietra da un mulino della zona. Anche se non mi sono mai cimentata con le orecchiette (qui è terra di tajarin, ravioli e gnocchi di patate!) forse è venuta l’ora. Grazie per lo spunto!!
Buona giornata 🙂
Non li avevo mai sentiti i Tajarin, sono andata adesso a vedere, immagino quindi che tu sia piemontese 🙂
Certo la Puglia è lontana, ma il bello della cucina è che possiamo portare dentro casa sapori e tradizioni lontane quando ci pare! Dai, cimentati, magari con una bella taranta di sottofondo…
Buona giornata anche a te!