Pesche in coppetta alla lavanda e sciroppo di sambuco

Pesche in coppetta alla lavanda e sciroppo di sambuco 1
C’è un campo di girasoli, quest’anno, ad introdurre uno dei miei sentieri preferiti, a pochi chilometri da casa. Quando è arrivato il loro momento, si sono aperti a centinaia, creando una binomio perfetto con i campi più estesi subito dietro, appena mietuti e ancora mossi dalle strisce regolari dei covoni di paglia o dalle balle già impacchettate e distribuite qua e là. Così disegnati, sembrano ancora più grandi di quanto effettivamente siano, conquistano profondità, catturano lo sguardo e lo riempiono di bellezza.
La raccolta del grano è terminata quasi dappertutto, dopo settimane di lavoro intenso e enormi mietitrebbia a invadere le stradine di campagna. Il calore intenso di giugno ha fatto il suo lavoro, rimediando al maggio troppo freddo e umido, portando a giusta maturazione i chicchi. La prima vera pioggia da un mese e mezzo è caduta al momento giusto, un sabato di metà luglio, con gran parte del raccolto già al sicuro. Una pioggia intensa e violenta, da ammirare con reverenza dalla finestra, a bocca aperta, mentre il vento muove gli alberi così tanto da aver l’impressione che possano esserne sradicati e l’acqua bagna la terra con tutta la pioggia che cadrebbe in un giorno in appena 10 minuti.
Passata la tempesta, il sole è tornato subito protagonista, come in una giornata di luglio, ma lasciando il fresco di una mattina d’aprile. Annuso l’aria fuori, sa di buono, di pulito, di nuovo. Sa di lavanda: i grandi cespugli che circondano la casa dei vicini, in piena fioritura e zuppi di pioggia, spargono il loro aroma nell’aria come mai prima d’ora.

Non ho lavanda in giardino, ma mi capita di rubacchiarne qualche rametto. Lo faccio spesso quando salgo verso il bosco, ce ne sono così tanti che si affacciano sul brecciolino, e non posso resistere. Mi lascio accompagnare dal suo profumo intenso fino a quando rientro a casa.

Ora che il fresco della scorsa settimana è stato soppiantato nuovamente da una calura a tratti insopportabile, le scorpacciate di frutta fresca si fanno ancora più desiderare. Dove lavoro ho la fortuna di poter approfittare di quella della Selva, di Albinia, sulla costa grossetana, che ha le pesche più saporite che ho mai assaggiato in zona e i meloni più dolci. Poi ci sono le albicocche deliziose e le susine selvatiche di Poggio di Camporbiano, le ciliegie dell’Amiata, splendide ma ormai passate, e poi…capita quel sabato in cui di frutta non se n’è venduta molta e quel produttore di zona te l’ha portata già un po’ passata. Ed eccomi lì a caricarmela a cassettate su un carrellino scassato, per raggiungere piano piano la macchina affrontando la pavimentazione sconnessa delle strade del centro. Troppo poche per una marmellata, considerato quanto c’è da mondare, ma abbastanza per una bella macedonia, scartando le parti più rovinate e trovando qualche buon aroma da unire alla frutta. Quei rametti di lavanda ora possono tornare utili.

È una ricetta semplice, questa di oggi, fin troppo. Solo pesche a pezzetti, qualche fiore e foglia profumata, un po’ di sciroppo di sambuco, che se l’avete fatto in casa seguendo la mia ricetta di qualche anno fa potete utilizzare anche qui (in caso contrario quello del già citato Poggio di Camporbiano è buonissimo!). Semplicità e leggerezza, è ciò di cui ho bisogno in questi giorni, è quello che si riversa sulla mia cucina.
L’erba cedrina (Aloysia citriodora, ex Lippia citriodora o L. triphylla, chiamata anche erba luigia, erba luisa, limoncina, verbena odorosa) che qui si unisce alla lavanda per regalare profumo alla frutta, è tra le mie aromatiche preferite. Non so per quale strana ragione non ne abbia ancora una pianta in giardino, ma per fortuna ogni tanto me ne arriva qualche rametto da casa di un’amica. Delicatamente ma intensamente profumata di limone, basta annusarne qualche foglia per sentirsi in pace col mondo. Mantiene il suo aroma anche da secca, al contrario della melissa, e se ne ricavano degli infusi rilassanti e digestivi piacevolissimi per il palato e per l’olfatto. Pare allontani anche le zanzare, rivelandosi più utile di altre piante sì repellenti, ma non utilizzabili in altri modi: la cedrina invece la potate in autunno e vi fate anche una bella scorta di foglie essiccate da usare in infusi e in cucina, o lì per lì appena raccolte per farci un liquore.

Dei mille usi della lavanda non sto nemmeno a parlarvi, almeno non ora :). Ma in fondo alla ricetta trovate qualche link ad esperienze legate a questa pianta meravigliosa qui nella mia zona, in bassa Toscana. E, già che è finito nella foto di apertura, anche due parole su uno dei bei libri che sta accompagnando questa mia estate.

Rimanendo nella mia zona, restringendola ancora un po’, volevo raccontarvi brevemente di un bel progetto che sta crescendo intorno a Siena. Prima o poi ve lo racconterò meglio, con immagini e parole, ma il momento di raccogliere adesioni è ora, quindi non posso aspettare i miei tempi biblici :). Avete mai sentito parlate di CSA, che sta per Community Supported Agricolture, o Comunità che Supporta l’Agricoltura? È una forma di agricoltura collettiva, in cui gli acquirenti dei prodotti orticoli sono essi stessi co-produttori, dividendo costi e benefici legati alla coltivazione di un pezzo più o meno grande di terra. Ci sono esempi di questo modello in tutto il mondo, ma per restare in Italia, l’esperienza più grande e longeva è Arvaia a Bologna, ma c’è anche Orto Bioattivo a Firenze ed è nata lo scorso anno anche Semi di Comunità a Roma, oltre a diverse altre.
Sta nascendo un progetto simile anche a Siena, si chiama OrtoMangione e le semine autunnali stanno per iniziare. La comunità supporta l’agricoltura in diversi modi: intanto pre-finanzia il raccolto dell’anno, che corrisponderà ad una cassetta di verdure fresche a settimana per ogni co-produttore; in questo modo l’investimento iniziale non ricade sulle spalle di una singola persona o realtà, ma viene condiviso tra chi beneficerà del progetto. Poi decide in assemblea cosa verrà piantato e raccolto. E poi, nel caso dell’esperienza senese solo se vuole e secondo le proprie possibilità e tempi, dà una mano in campo, insieme agli altri co-produttori, tra chiacchiere, qualche bevuta all’ombra del bosco vicino, mani nella terra e tante cose da imparare. È un modello diverso di sostentamento alimentare, condiviso e fuori dal mercato tradizionale.
Tutte le informazioni le trovate qui e qui. Non so se riesco a pubblicare in tempo questo post, ma giovedì 25 luglio dalle 19 c’è anche un aperitivo al campo, per presentare meglio il progetto agli interessati e vedere il posto dove sta sorgendo l’Orto. Le quote da coprire sono 45 e ne sono già state sottoscritte 40. Magari là fuori, chi sta leggendo, vuole essere uno degli ultimi 5 :).

// Pesche in coppetta alla lavanda e sciroppo di sambuco //

°° Ingredienti °°

  • 6 pesche, della varietà che preferite
  • 2-3 cucchiai di sciroppo di sambuco
  • qualche foglia di erba cedrina
  • qualche spiga fiorita di lavanda
Pesche in coppetta alla lavanda e sciroppo di sambuco 2Eliminate i noccioli dalle pesche e tagliatele a pezzetti, eliminando la buccia se volete, nel caso di varietà “pelose”. Mettetele in una ciotola capiente e conditele con lo sciroppo di sambuco. Mescolate e lasciate riposare una mezzora.
Pesche in coppetta alla lavanda e sciroppo di sambuco 2Unite qualche fiore di lavanda, separandolo dalle spighe, senza esagerare se non amate il suo sapore un po’ amaro. Spezzettate con le mani o con delle forbici le foglie fresche di cedrina e unitele al resto. Mescolate bene, versate nelle coppette e servite. Conservate le pesche avanzate in frigorifero per 2-3 giorni.

Sulla lavanda in Toscana e uno spunto di lettura

È proprio il periodo della raccolta! Ci sono tante esperienze di coltivazione di lavanda e altre aromatiche in tutta Italia, ma ve ne voglio citare giusto un paio che conosco in zona, in modo più o meno diretto.

Amelia Petit Maison – Amelia l’ho incontrata di recente, ha partecipato ad un mio corso questa primavera. Il suo entusiasmo è tanto, l’amore per le piante pure, ed è quello che mette nella sua attività: coltiva lavanda (e ulivi da cui estrae un ottimo olio extra-vergine), ne ricava prodotti cosmetici artigianali, la utilizza in oggetti realizzati a mano, da regalare in occasioni diverse. Non è l’unica pianta che coltiva nella sua piccola azienda agricola, ma è di certo la protagonista principale. Affitta anche una piccola casetta per vacanze. Fate un giro nel suo sito color lavanda. Amelia, aspettiamo il tuo negozio su Etsy ;).

Podere Argo – Beatrice si è spostata diversi anni fa da Milano all’entroterra maremmano, per coltivare lavanda e accogliere ospiti nel podere che le ha conquistato il cuore. Dalla sua lavanda, che coltiva e raccoglie da sé, ottiene olio essenziale, idrolato, oleolito e una linea cosmetica. Podere Argo è anche un blog, ed è da lì che ho conosciuto l’esperienza di Beatrice, che nel frattempo è cresciuta molto con l’iniziativa “Adotta una lavanda biologica”. Ho adottato anche io la mia pianta!

– Su Mirabilia – La botanica nascosta nell’arte, di Renato Bruni – Oh, come ho amato questo libro. Soprattutto la parte centrale, ma non solo. Non posso che consigliarlo tra le migliori nuove uscite legate alla botanica, alle incredibili abilità e strategie delle piante, allo stretto rapporto che abbiamo noi umani col regno vegetale. Se non ho granché amato, in una delle mie ultime letture, lo spunto narrativo di Erba Volant, un libro precedente dello stesso autore che consiglio comunque per tanti altri versi, ché è una gran miniera di informazioni affascinanti, qui invece il legame tra arte e botanica introduce e accompagna davvero piacevolmente gli argomenti trattati. Un libro bello da leggere e pure bello da guardare!
Se cercate altre letture a tema botanico ed erboristico, o anche su cibo e cucina, qui c’è sempre la mia lista di libri letti e consigliati, aggiornata con le ultime letture (ne ho altre in corso che inserirò presto!)

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