I miei oleoliti e unguenti artigianali

I miei oleoliti e unguenti artigianali 1
Quando i raccolti estivi sono al sicuro, mi ci sento un po’ anche io, come quando la pioggia autunnale arriva a bagnare i campi appena seminati, con quelle docili ma serrate innaffiature di novembre che inzuppano con lentezza la terra smossa di fresco, in una prima, acerba promessa dell’abbondanza a venire.
Non sono una contadina, ma una raccoglitrice. I miei raccolti non sono preziosi quanto quelli di chi ci assicura il cibo nel piatto, ma lo sono per me, per la mia anima, come anche per la mia pelle e per quella di altre persone che ne approfitteranno, persone care, sconosciuti, lettori silenti e curiosi.

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Quando tra agosto e settembre filtro l’ultimo olio messo a macerare, quello di lavanda, tiro le fila dell’anno trascorso. I raccolti, quali che siano, segnano la fine di un ciclo. Il lungo ciclo del grano, per esempio, che inizia con le arature di fine estate, prosegue con le semine di novembre e si conclude coi raccolti di luglio seguiti dalla pulizia e stoccaggio di agosto, che porterà i grani al mulino poco per volta, per essere macinati e diventare pane. O quello dell’uva, che dalle potature invernali nella vigna a riposo porta alla vendemmia d’inizio autunno e alla lunga fermentazione in cantina, per arrivare alle bottiglie che ne usciranno nei loro cartoni da 6 e da 12.
I miei raccolti iniziano apparentemente in primavera, ma in realtà cominciano già ora, con le piogge di novembre, quelle che tornano a bagnare la terra ancora secca e arida, che accompagnano le piante verso il riposo invernale rassicurandole con una buona scorta d’acqua, che insieme a luce e suolo le spingerà, al momento giusto, alla rinascita.
Quando aprile germoglia, inauguro i raccolti con la calendula spontanea, le braccia ancora coperte e il morale alto al pensiero di scoprirle presto. A maggio mi immergo nel profumo dolcemente deciso della camomilla, la seconda a finire nei grandi vasi di vetro, sempre più difficile da scovare, sfuggente e mai al sicuro, ostaggio di lavorazioni eccessive e diserbanti. A giugno, le spalle già abbronzate, arriva il raccolto più amato, quello dell’elicriso, col suo aroma intenso e sensuale che resta addosso, per giorni, trascinandomi in spazi di libertà, cieli grandi, pelle nuda e salata. A cavallo del solstizio è il momento della regina delle officinali da oleolito, sua maestà l’iperico, carico di leggende e significati quanto di virtù curative potenti; un raccolto da programmare con cura, evitando il calore ormai eccessivo delle ore centrali del giorno, e trovando per tempo il posto giusto, ché l’iperico, almeno è ciò che succede a me, non si lascia mai ritrovare con la stessa abbondanza nello stesso luogo dell’anno precedente. Esorta alla ricerca, a lasciar andare le abitudini passate, a esplorare ancora. E infine ecco la lavanda, l’unica che tratto da raccolta non spontanea (di spontanea non ne cresce, dalle mie parti), la pianta a cui non devo mai pensare troppo: male che vada, me la regalerà il mio padrone di casa, una volta potati i molti cespugli del suo giardino a fine fioritura, quando le spighette, insospettabilmente, sono ancora fortemente cariche di oli essenziali e sostanze funzionali. Se non è la sua, capita che arrivi prima quella di qualcun altro, che si palesa da sé senza che sia necessaria alcuna ricerca.

I MIEI OLEOLITI E UNGUENTI

Oggi vi presento ufficialmente i miei oleoliti e unguenti da produzione artigianale. È una microproduzione, nata per uso personale, regalata qua e là in barattolini, poi imbottigliata e trasformata anche in unguenti, da vendere ai corsi quando ce n’era l’occasione, oggi finalmente etichettata, con etichette pure quelle autoprodotte come ho potuto. È da tanto che volevo rendere più “presentabili” i miei oli e unguenti, ma se mi leggete da un po’ lo sapete quanto sono brava a procrastinare ;). Li avevo programmati per Natale scorso, e sono arrivata a questo, con un anno di ritardo, ma incredibilmente in anticipo! Già perché non è mica il 15 dicembre oggi, siamo ancora a novembre e io già vi dico che, visto il periodo e se vi piace l’idea, questi possono essere dei regali non solo per voi stessi ma anche da mettere sotto l’albero per chi volete voi. Mi stupisco di me stessa e del mio inaspettato e assolutamente casuale tempismo.

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Questo raccolto 2021 per me è più carico di significati del solito. È un raccolto a cui resterò particolarmente affezionata, di cui conserverò e userò a lungo almeno un paio di boccette per tipologia di fiore. Ho impresso nella memoria e nel cuore ogni raccolto di ogni pianta, più ancora dei tanti raccolti degli anni passati. La calendula, eravamo nella zona rossa di Pasqua, raccolta in solitudine in un’assolata Pasquetta sul poggio appena fuori dal mio borgo. La camomilla, il raccolto più bello e dolce di quest’anno, con Gabriele e con Urano lungo un sentiero delle nostre crete, una tempesta in arrivo all’orizzonte, un cielo immenso riempito dal grigio piombo delle nuvole cariche in movimento, illuminate dall’ultimo sole prima della pioggia, il ritorno alla macchina appena prima del suo sfogo, profumati di vento e Matricaria. L’elicriso, una domenica pomeriggio a Chiusure, un ritorno a me e ad un ritmo lento nel vortice degli impegni primaverili, col tempo fermo e quell’aroma penetrante a portarmi lontano. L’iperico poi, raccolto in gran parte subito dopo una passeggiata di riconoscimento erbe nell’oliveto sopra OrtoMangione, con il caldo torrido dell’ora di pranzo a sciogliermi i pensieri, e in parte nel mio bosco, nella radura sotto i pioppi, là dove il sole filtra. E la lavanda? Quest’anno è arrivata freschissima, scovata insieme a Urano abbandonata nella parte del bosco appena dietro le case, falciata inspiegabilmente ancora in fiore da quei vicini che abitano là in alto. Visto che hanno scelto di rinunciare alla bellezza aromatica della piena fioritura, ne ho approfittato io, recuperandola e stendendola ad asciugare un paio di giorni in giardino prima di macerarla, per la gioia delle api che avevano ancora tanto nettare da bottinare.

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COSA SONO OLEOLITI E UNGUENTI E COME LI FACCIO

Gli oleoliti sono il risultato della macerazione di una pianta in olio, che si arricchisce di sostanze officinali cedute da fiori o foglie utilizzati per poi essere filtrato e imbottigliato a fine macerazione. Produco i miei oli usando piante fresche da raccolta spontanea, con la massima attenzione alla procedura perché non si sviluppino muffe o irrancidimenti nella lavorazione. Lavorare da pianta secca è più semplice, ma nulla batte la potenza della pianta fresca, per questo è la tipologia che ho scelto di lavorare (a eccezione della lavanda, per le ragioni che dicevo sopra, per cui non sempre riesco a reperire la pianta fresca. Quest’anno però sì :)).

Raccolgo con rispetto durante il tempo balsamico, quando i fiori sono al massimo del loro potenziale, solo dove la pianta è abbondante e possa riprodursi, in luoghi puliti e non inquinati, nelle campagne toscane che mi hanno adottata da una decina d’anni. Raccolgo solo le parti che mi servono, staccando i singoli capolini o infiorescenze e lasciando sul posto il resto dei boccioli, dei fiori appassiti già in viaggio verso il seme e della pianta tutta. Macero le piante in olio di girasole bio estratto a freddo, un olio leggero sulla pelle, dall’odore non invadente che lascia dominare l’aroma della pianta, ricco di vitamina E.
I miei oleoliti sono belli “carichi”: nel vaso non ci metto due fiorellini per andare a risparmio aumentando la produzione col minimo sforzo, ma quello che serve a riempire il recipiente fino a pochi centimetri dal bordo, senza pressare i fiori. Potrei forse fare il doppio della quantità con lo stesso raccolto, ma preferisco dare priorità alla qualità del prodotto finale. Li filtro tre volte, almeno, fino a che l’olio sia perfettamente trasparente e senza alcun residuo, in modo da assicurare una lunga conservazione nel tempo.

Per trasformare i miei oleoliti in unguenti uso una profumata cera d’api di alta qualità acquistata direttamente da piccoli apicoltori di zona, qui in bassa Toscana, che fanno una buona apicoltura su piccola scala e che hanno a cuore le proprie arnie e la salute degli insetti. Un unguento, per i non addetti ai lavori, è come una crema ma senza la parte acquosa, composta solo da grassi – in questo caso l’olelito – e da una cera o da altro agente che renda consistente la parte oleosa. Può essere usato con le stesse proprietà dell’oleolito, ma è più pratico per piccole parti da trattare, da portare con sé in borsa, in viaggio, in bici o in macchina, da tenere in un cassetto in cucina per qualsiasi piccola ferita, puntura d’insetto, irritazione, scottatura.
A volte, se ce l’ho disponibile, aggiungo agli oli un conservante naturale liposolubile, la vitamina E. Come dicevo, faccio in modo che, lavorandoli con cura, non abbiano bisogno di alcun conservante, ma se ce l’ho ne aggiungo qualche gocciolina. Sulle boccette è nella lista ingredienti, se la trovate barrata a penna vuol dire che non è presente.

PROPRIETÀ DEI SINGOLI OLI E UNGUENTI

Di seguito vi lascio una lista di proprietà e utilizzi degli oleoliti che produco, e degli unguenti che ne derivano. Posso spedirli in tutta Italia, ma anche consegnarli a mano su Siena, incastrando i rispettivi impegni. Chiedetemi informazioni scrivendomi a [email protected], vi manderò tutti i dettagli.

Regalateli per Natale, usateli per voi stessi, regalateli a chi amate senza un’occasione particolare, che sono i regali più belli.

CALENDULA (Calendula arvensis)

Tra i migliori oli cosmetici, ottimo antirughe ed elasticizzante cutaneo.
Lenisce irritazioni, pelle arrossata, bruciature e screpolature della pelle di mani e piedi. Ha proprietà antisettiche, cicatrizzanti e antinfiammatorie.
Utile per le pelli sensibili e con couperose.
Può essere utilizzato in preparati per bambini e donne incinte, come oli da massaggio addolcenti e nutrienti, per balsami lenitivi per le scottature e per maschere viso. Funziona bene nel trattare la crosta lattea dei neonati.
In unguento è utile, tra le altre cose, come balsamo labbra per pelli screpolate.

CAMOMILLA (Matricaria chamomilla)

Lenitivo per diversi problemi della pelle: contribuisce a ridurre gli arrossamenti, a lenire le infiammazioni cutanee, agisce sulle scottature, è benefico per la couperose. Può essere usato come struccante, per fare impacchi schiarenti per i capelli, per schiarire piccole macchie della pelle.
Come olio da massaggio ha proprietà antireumatiche e favorisce il rilassamento muscolare (ottimo in associazione all’iperico). L’aroma contribuisce al rilassamento generale.

ELICRISO (Helichrysum italicum)

Particolarmente benefico per tutti i tipi di dermatite, per eczemi e di herpes, per irritazioni della pelle, psoriasi, allergie da contatto.
Ha un buon effetto antirughe ed elasticizzante ed è utile, da solo o in sinergia con altre piante come l’iperico o la calendula, nei trattamenti delle scottature, degli eritemi e delle ferite. Agisce come lenitivo su irritazioni e punture d’insetto. Stimola la circolazione sanguigna, utile in caso di geloni alle mani.
Il suo profumo porta l’estate anche nella più fredda giornata d’inverno!

IPERICO (Hypericum perforatum)

Utile come rigenerante cutaneo, antinfiammatorio, cicatrizzante.
Rimedio elettivo per tutti i tipi di scottature, dalle piccole e medie ustioni domestiche a eritemi e scottature solari.
Utile come dopo-puntura da zanzare, ma anche da api, vespe, meduse. Nei neonati e bimbi piccoli lenisce, tra le altre cose, gli arrossamenti da pannolino.
Come olio cosmetico agisce da antirughe e rigenerante cutaneo.
Come olio da massaggio è decontratturante (ottimo in associazione con la camomilla).

LAVANDA (Lavandula hybrida)

Lenitivo per diversi problemi della pelle: contribuisce a ridurre gli arrossamenti, a lenire le infiammazioni cutanee, le problematiche legate a scottature e punture d’insetti, a trattare dermatiti, eczemi, pelle acneica.
È antisettico, purificante, antibatterico, cicatrizzante, decontratturante. Stimola e tonifica la microcircolazione, ottimo per gambe stanche e gonfie.
Col suo aroma rilassante, favorisce il sonno e il riposo.

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Per ognuna di queste piante, a parte la lavanda che ho ingiustamente trascurato (provvederò, prima o poi) ho scritto diversi articoli qui sul blog, relativi sia alla pianta in sé che alla preparazione e proprietà dell’oleolito, e non solo:

Calendula – Raccolta, essiccazione, proprietà e come farne un oleolito

Un oleolito di camomilla
Camomilla (proprietà, raccolta, essiccazione)

Oleolito di elicriso
Tintura madre di elicriso

Iperico e olio di iperico – Riconoscimento, raccolta, proprietà e preparazione dell’oleolito
Tintura madre di Iperico

Scrivetemi per qualsiasi altra informazione a [email protected]!

 

Ringraziamenti vari

I miei oleoliti e unguenti artigianali 6Al di là del presentare i miei oleoliti, è anche da un po’ che non scrivo, nonostante abbia molta voglia di tornare a farlo più spesso. Fatico a trovare la concentrazione e lo spazio per la scrittura, in questo periodo, e vorrei ringraziare chi, senza saperlo, mi esorta a trovarlo. In particolare oggi ringrazio Giovanna, una lettrice che mi ha scritto un messaggio dalla pagina contatti la scorsa settimana, per le sue belle parole, che erano proprio ciò di cui avevo bisogno. E ringrazio anche Alessio, il mio bibliotecario di quartiere, come lui stesso si definisce, che mi spinge sempre a raccontare le nostre crete, quelle che per lui sono radici e per me sono un altrove da scoprire.
Ringrazio anche chiunque mi abbia scritto dopo il post di settembre, nei commenti, via mail, per messaggio. Ho apprezzato ogni parola, grazie di cuore!

I miei oleoliti e unguenti artigianali 6Tornando agli oleoliti, ringrazio Giovanna e Stefano di Pàcina, spacciatori di bottigliette scure fin troppo generosi. E ringrazio anche Graciela, per i raccolti condivisi, per farmi partecipe dei luoghi che ama e delle loro piante, per l’elicriso naturalizzato nel suo giardino, diverse volte protagonista dei miei oleoliti, tisane, tinture.

I miei oleoliti e unguenti artigianali 6Un grazie ai miei maestri, un grazie a chi negli anni mi ha dato consigli, ma anche a Marina e Nicola della scuola di cucina naturale Gioia di Vivere di Lucca, che durante una pausa post-pranzo in un corso di taaanti anni fa mi hanno mostrato, per la prima volta, quel magico vasetto di olio rosso rubino in macerazione. Mi ha aperto un mondo :).

I miei oleoliti e unguenti artigianali 6Ringrazio infine anche Grizzly Studio, che ha dato una sistemata alle mie etichette autoprodotte (male), sbattendosi non poco. Una boccetta è per voi, appena mi ricordo arriva! Ma come sapete quell’appena mi ricordo non è garanzia di tempismo ;).

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8 commenti su “I miei oleoliti e unguenti artigianali”

  1. Molto interessante. Hai intenzione di vendere ai GAS per esempio? Mi piace molto anche il confezionamento! Complimenti!

    1. Grazie tantissimo! Scusa se ci ho messo tanto a rispondere, ma il ritardo non diminuisce la gratitudine :).
      Per i GAS le mie quantità sono davvero troppo basse: come scrivevo è una microproduzione…e dopo qualche ordine già ricevuto e pronto a essere spedito o consegnato sta già finendo, in realtà! Magari l’anno ne preparo il doppio, a quel punto potrebbe anche essere ;).

  2. Lucia Raffaelli

    Claudia ti ringrazio molto per aver trascorso insieme una mattinata di “risveglio dell’homus erectus” che c’è in me: potermi riavvicinare alla natura come facente parte del mio ecosistema, mi ha aiutata a RI-posizionare le mie origini e a contestualizzarle con maggior equilibrio rispetto alla terra-madre che produce opportunità di cibo e di guarigione. Alla prossima occasione!!!

    1. Lucia, grazie a te!! Felice di averti incontrata tra le erbe e felice di aver contribuito a trasmetterti queste belle sensazioni. Il più, si sa, lo fa la natura, io sono solo un tramite ;).
      Alla prossima!

  3. Ciao Claudia, da poco…anzi da pochissimo, mi sto interessando alla produzione casalinga, evidentemente spinta da una voglia di ritorno ad una vita più sensata di quella che stiamo facendo in tanti…insomma insieme al mio compagno abbiamo comprato una casetta con terreno, proprio nel periodo di Giugno. Ho travato nel terreno delle piante di iperico e mi sono informata su come fare l’ oleolito e ho trovato questo tuo interessantissimo blog!
    Ho seguito alla lettera le tue indicazioni, ma non diventa rosso neanche un po’. Sono sicura che sia iperico ma come può succedere non so.
    Ho fatto anche la prova di sfregarlo tra le dita, che sono diventate bordeaux ma il colore è andato via abbastanza in fretta.
    Forse ci sono diverse varietà di iperico?
    Grazie se avrai tempo e voglia di rispondermi.
    Alessandra

    1. Ciao Alessandra! Grazie di essere approdata qui e del tuo commento.
      Eh, difficile aiutarti! Di iperico esistono diverse specie, sì, ma personalmente non ne ho mai trovate altre rispetto all’Hypericum perforatum. E non mi è mai capitato che l’olio, esposto al sole, non si tingesse di rosso.
      Non posso sapere cosa hai raccolto di preciso! L’unico modo in cui posso aiutarti è linkarti un portale di ricerca della flora italiana: http://dryades.units.it/floritaly/index.php?procedure=searchnew&tipo=all
      Prova a scrivere “hypericum” nell’area di ricerca e spunta la casella “sì” alla sezione subito sotto “con immagini” (puoi anche spuntare la tua regione di raccolta), e infine clicca sul cerca in fondo: ti compariranno le specie presenti di iperico per poter cercare meglio e confrontare rispetto alla tua raccolta.
      Fammi sapere se scopri qualcosa!

  4. Grazie! Cercavo una ricetta “spiccia” ed ho trovato una meravigliosa poesia che mi ha fatto viaggiare, tra oleoliti profumi e le tue esperienze. Mi metto all’opera Angelica

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