Piccola guida alla raccolta delle erbe

Gemme di Prunus Pissardi
Gemme di Prunus pissardi

Finalmente è arrivato Marzo, l’inverno ha le ore contate e la natura se ne sta già accorgendo, complici le giornate di sole bellissime e calde di queste ultime settimane, che si alternano però ad altre ancora fredde e uggiose, almeno dalle mie parti. In quei giorni il silenzio della campagna è incredibile, tutto sembra immobile e senza vita, ma avvicinandosi agli alberi e agli arbusti le gemme sono ben visibili, con tutto il loro potenziale di vita pronto a esprimersi, in attesa solo dell’inclinazione giusta dei raggi solari, del calore necessario e della fase lunare propizia.
Mi sembra che quest’anno le erbe spontanee non siano mai andate in letargo, ma forse è solo perché passo più tempo in loro compagnia e sempre di più imparo a conoscerle. Tra poco ricomincia il miglior periodo per la raccolta e mi sono resa conto che non ho mai fatto un post dedicato in generale a questo argomento. Ma come ho fatto a non pensarci prima? Penso sia cosa buona e giusta farlo, che di cose da dire ce ne sono molte e magari possono essere utili a chi si avvicina a questo mondo così affascinante. Io mi sono divertita un sacco a scriverlo, spero che a voi piaccia leggerlo! Qua e là vi metto anche notizie su qualche prossimo appuntamento relativo a uscite e corsi su riconoscimento, raccolta e cucina con le erbe.

COME IMPARARE A RICONOSCERE LE PIANTE?

Se avete la giusta dose di curiosità e passione, non sarà difficile. Ci vuole solo un po’ di tempo e un po’ di pratica, qualche buon libro e se ne avete l’occasione qualche uscita con chi ha più esperienza. Piano piano la vostra capacità di distinguere tra le varie specie e varietà si affinerà sempre di più. A me è capitato di puntare delle piante e di dargli la caccia, mi è successo per esempio con la Melissa e con la Cardamine Hirsuta, di cui non vi ho ancora mai parlato ma che potete vedere nella foto qui sotto. La cosa bella è che quando finalmente riconoscete con certezza una pianta, poi iniziate a vederla dappertutto rendendovi conto che ne siete sempre stati circondati!
NON usate una pianta se non siete assolutamente certi della sua identità e del fatto che non sia tossica. C’è chi finisce all’ospedale, lungi da me fare terrorismo, ma non prendete neanche la cosa troppo alla leggera.
Il momento migliore per individuare con più certezza una pianta è quello della fioritura. Quando il fiore sboccia e si rivela può chiarirvi molti dubbi su possibili confusioni con altre specie dalle foglie simili, o può guidarvi all’osservazione dei successivi sviluppi della pianta, compreso il nuovo ciclo vegetativo dell’anno successivo.
Alcuni dei migliori libri per il riconoscimento, secondo me, si trovano nei mercatini dell’usato, ma se vi fate un giro in libreria nella sezione hobby e tempo libero (di solito è lì che li piazzano) troverete parecchi manuali anche recenti in formato tascabile, comodissimi da portarsi dietro durante una passeggiata. Scegliete quelli con immagini chiare, possibilmente fotografie e non disegni, una buona quantità di piante e indicazioni generali dettagliate. Se volete qualche consiglio, qui sul blog trovate una pagina tutta dedicata ai libri che ho letto e considero validi, tra cui molti riguardanti botanica ed erboristeria, la trovate qui.
E a proposito invece di corsi sul riconoscimento e la raccolta, potete consultare la mia pagina Corsi ed Eventi per consultare il calendario dei corsi in programma (basati soprattutto in Toscana, ma se mi si invita a organizzarne altrove mi sposto volentieri!), o potete iscrivervi alla newsletter dei corsi (trovate i box newsletter un po’ ovunque qui sul sito, in fondo o nella colonna laterale) per restare aggiornati sulle nuove date. Attualmente sto organizzando qualche uscita qui nei dintorni insieme alla mediateca di Asciano, a cui unire anche qualche incontro sull’utilizzo pratico delle erbe. Ci saranno due incontri ad aprile e due a maggio, sempre di sabato pomeriggio.
Il 2 maggio invece terrò un corso di cucina con le erbe all’agriturismo Podere Sant’Arcangelo sempre ad Asciano: ci sarà una parte di riconoscimento e raccolta e una parte dedicata all’utilizzo pratico in cucina. Visto che capita a cavallo del primo maggio e che qui la primavera è una meraviglia, può essere anche una buona occasione per prendere una stanza in agriturismo e farvi un bel weekend in giro per le Crete Senesi. Se vi interessano questi incontri scrivetemi a [email protected] che vi dò più informazioni.

Cardamine Hirsuta
Cardamine hirsuta

E SE NON ABITO IN CAMPAGNA?

Beh, vi sembrerà incredibile, ma le piccole e grandi città pullulano di erbe spontanee, in ogni stagione. E vi dirò di più, ultimamente mi sono resa conto di quanto siano spesso molto più rigogliose delle stesse che trovo qui in campagna. Girando per Roma mi è capitato di trovare piccole aiuole incolte zeppe di enormi piante di ortica, parietaria, malva o portulaca in ottima salute, con foglie e fiori più grandi e verdi di quelle del mio giardino o dei sentieri qui intorno. Il problema delle città è la raccolta: non è assolutamente consigliabile, soprattutto se volete usare le piante a scopo alimentare. Troppi cani che segnano i marciapiedi, troppi gas di scarico, troppa sporcizia e inquinamento. Possono essere però un’ottima palestra per il riconoscimento: ci sono state piante che ho individuato per la prima volta proprio sui marciapiedi romani negli ultimi mesi, nei brevissimi spostamenti dalla stazione a casa dei miei genitori, come ad esempio la Galinsoga o la Portulaca. Ecco, la gente vi prenderà un po’ per matti quando vi vedrà chini sulla strada a raccogliere foglioline (sì, sono sporche, ma le mani si lavano, non ve ne preoccupate troppo), ma una delle cose belle della città è che difficilmente rincrocerete la stessa persona due volte, potete anche fregarvene. Per la raccolta poi fatevi una bella passeggiata nel weekend in qualcuno dei bellissimi parchi e riserve che circondano le città; a Roma per esempio c’è il Parco della Caffarella, il Parco di Veio, la Riserva di Decima Malafede o quella dell’Insugherata. E a proposito di Parco della Caffarella, cari romani, se vi può interessare il 21 marzo una mia cara amica biologa ed erborista guiderà una visita proprio lì, alla scoperta delle erbe spontanee del parco insieme all’associazione Festina Lente, formata da altre amiche archeologhe e storiche dell’arte che fanno un sacco di uscite interessanti a Roma e dintorni. Andatevi a vedere il loro programma, che la stagione sarà ricca! Alla Caffarella, se ci riesco, dovrei venirci pure io.

DOVE RACCOGLIERE?

Non sui marciapiedi cittadini, come abbiamo appena detto :-). In campagna è facile trovare buone zone di raccolta: vecchi sentieri che tagliano i campi o i boschi, dintorni di ruderi e vecchi casali abbandonati, rive di fiumi e ruscelli, piccoli terreni incolti e pascoli. Anche i margini delle strade asfaltate non sono da escludere, se sono poco trafficate e pulite. C’è però da fare molta attenzione ai metodi che il vostro comune o provincia utilizza per tenere puliti i bordi delle strade. Qui, grazieaddio, c’è ancora la civile usanza di falciare l’erba quando diventa troppo alta, ma in alcuni comuni c’è la triste consuetudine ormai da tempo di spruzzare diserbante, ne ha parlato anche Sonia tempo fa in questo articolo. Quando ormai tutto è morto c’è ben poco da portare a casa, ma potreste, a vostra insaputa, mettervi a raccogliere erbette in un punto che è stato trattato magari uno o due giorni prima: difficile accorgersene perchè le erbe non muoiono subito, quindi potreste ritrovarvi a mangiare una bella insalatina al glifosato, cosa che sinceramente proprio non vi auguro. Osservate quindi come viene effettuata la manutenzione delle strade nel vostro comune prima di arrischiarvi. La stessa attenzione va riposta anche ai sentieri ai margini di campi coltivati, cercate di capire se vengono trattati e quando. La maggior parte dei diserbanti nei campi vengono spruzzati in autunno, ma c’è chi dà una seconda mandata in primavera, stagione in cui potrebbero essere spruzzati anche i pesticidi. In generale sarebbe meglio evitare di raccogliere ai margini di terreni trattati chimicamente, ma la cosa più importante è farlo a una buona distanza di tempo dai trattamenti stessi.
Non sottovalutate il vostro giardino: se non siete dei maniaci del prato all’inglese, ma lasciate che l’erba faccia un po’ come vuole e accogliete semini vaganti senza crisi di nervi, potreste scoprire una grande varietà di erbe officinali e commestibili appena fuori dalla porta di casa. Se poi, come me, passeggiate parecchio per campi, sarete voi stessi gli artefici dell’arricchimento delle varietà del vostro giardino. Io abito in questa casa da 3 anni e mezzo e mi sono accorta che diverse piante che ora posso raccogliere non c’erano quando sono arrivata. Se avete letto il meraviglioso libro di Richard Mabey “Elogio delle erbacce” (e se non l’avete fatto fatelo, che merita davvero) saprete che i semi delle piante selvatiche si infilano davvero dappertutto, nei risvolti dei pantaloni, nel fango che resta attaccato alle vostre scarpe, nelle fessure tra i lacci. É proprio così che alcune specie sono migrate da un continente a un altro, colonizzando nuove terre. Ed è proprio così, immagino, che stanno colonizzando il mio giardino, grazie alle nostre passeggiate, alle nostre scarpe e alle zampe di Urano. Tutte le foto che sono in questo post le ho scattate in tuta e ciabatte giusto qui fuori 🙂

Erigero (Erigeon Canadensis)
Erigero (Erigeon sp.)

COSA MI SERVE PER LA RACCOLTA?

La cosa migliore è uscire muniti di coltellino (seghettato da cucina o a serramanico), forbici, bustine di plastica o cestini. Io spesso uso bustine di carta, tipo la carta del pane, dentro buste di plastica. Sono molto indicate anche le bustine per congelare gli alimenti, o ancora meglio i contenitori per alimenti in plastica col coperchio, troppo scomodi però da portarsi dietro. Alcune piante che crescono in grandi cespugli, come ad esempio la Stellaria, sono comode da tagliare con le forbici, per le rosette basali di piante come il Tarassaco è meglio il coltellino, i capolini di fiori come la Calendula è meglio staccarli a mano. Meret Bissegger, l’autrice di un meraviglioso libro di cucina con le erbe che ho comprato l’anno scorso dice che in primavera si fa crescere le unghie dei pollici per raccogliere meglio. Poco glamour ma sicuramente molto utile!
Se prevedete di raccogliere piante come l’Ortica, la Borragine, frutti di arbusti spinosi o molto fastidiosi come il Ginepro, portatevi anche dei guanti di gomma, come quelli per lavare i piatti, o anche in tessuto, se non dovete raccogliere l’ortica.
Utilizzate una bustina per ogni erbetta, non fate come me che sono pigra e disordinata e mi porto dietro un’unica busta in cui infilo dentro di tutto. Poi quando arrivo a casa ci metto una vita a separare le piante. Come scriveva Tom Hodgkinson in “L’ozio come stile di vita”, a volte la vera pigrizia consiste nell’essere ordinati, perché il più delle volte il disordine rende tutto più difficile, più impegnativo e più scocciante. Quando imparerò la lezione?

QUANDO E COME RACCOGLIERE?

Ogni pianta ha un proprio tempo balsamico, ossia un periodo dell’anno in cui arriva alla sua massima espressione e i suoi principi attivi sono maggiormente presenti e concentrati. Quello è il momento migliore per la raccolta, e varia da pianta a pianta. Qui e qui potete trovare delle tabelle con i tempi balsamici delle piante officinali più conosciute. Oltre a questo, ci sono delle regole generali per la raccolta a seconda della parte della pianta che ci interessa. Le radici, i tuberi, i rizomi, le parti sotterranee insomma, vanno raccolte in autunno, prima della caduta delle foglie; la corteccia tra l’autunno e l’inverno; le foglie vanno raccolte generalmente in primavera, prima che il fiore si sviluppi, ma anche l’autunno è molto indicato; i fiori in primavera-estate, appena prima di sbocciare o appena sbocciati; i frutti a maturazione, generalmente in estate e in autunno; i semi in estate-autunno.
Nei punti dove l’erba viene tagliata sarà possibile raccogliere di più, perché la pianta viene bloccata ogni volta nel suo cammino verso il fiore-frutto-seme e ogni volta ricomincia da capo. Questa però può anche essere una rogna quando individuate una pianta, vi dite “vai, guarda che bella, domani vengo a raccogliere” e quando ci tornate con bustina e coltellino vi accorgete che hanno deciso di tagliare l’erba proprio quel giorno…a me è capitato diverse volte.
Raccogliete solo quello che vi è necessario e lasciate sempre qualche pianta integra. Alcune piante, come la stellaria o l’ortica, sono così prolifiche che non c’è granché da preoccuparsi, ma altre sono più delicate e più rare, quindi in generale rispettate prima di tutto la pianta e fate in modo che possa riprodursi. Questo vale in particolare per la raccolta delle radici: in quel caso è ancora più importante lasciare diversi esemplari al loro posto.

Veronica comune (Veronica Chamaedrys)
Veronica comune (Veronica chamaedrys)

COME TRATTO LE ERBE QUANDO ARRIVO A CASA? COME LE CONSERVO?

Dipende dall’uso che dovere farne. Se dovete usare le foglie in cucina, basterà lavarle molto bene (soprattutto se le usate crude) e asciugarle con una centrifuga per insalata. Se dovete essiccarle, il procedimento sarà lo stesso, ma dovrete trattare la pianta a seconda di come la essiccherete. Se avete un essiccatore elettrico, la cosa migliore è staccare le foglie dal fusto e metterle sui vassoi, ma in caso di piccole sommità delicate potete staccare le foglie anche successivamente, come ho fatto qui con la Menta. Se invece le essiccate all’aria sarà meglio raggrupparle in mazzetti (non troppo fitti, per evitare ristagni di umidità e conseguenti muffe) da appendere a testa in giù, per poi separare le foglie dai fusti a essiccazione avvenuta, a meno che ovviamente la specie che state essiccando non si usi intera, fusto e foglie. Se potete, dopo l’asciugatura con la centrifuga, lasciatele anche una mezzora all’aria, anche esposte a un sole non troppo agressivo, in modo da asciugare l’umidità residua, ma poi essiccatele al buio, o avvolgendo i mazzi, lasciandoli sempre respirare, con carta alimentare, tipo quella del pane.
Per quanto riguarda i fiori, sconsiglio sempre di lavarli, sia per l’uso alimentare che per quello erboristico. Si rovinano davvero troppo e perdono elementi preziosi che se ne vanno via con l’acqua. La cosa migliore è raccoglierli dopo una giornata di pioggia, al mattino, quando il sole ha già asciugato l’umidità residua, e sgrullarli bene ma delicatamente per far cadere eventuali insetti nascosti tra i petali. Per l’essiccazione stesso discorso, staccate i capolini uno a uno per l’essiccazione elettrica o appendete le sommità fiorite ancora sui loro steli per poi staccare i capolini successivamente. Quando non avevo ancora l’essiccatore ho essiccato la camomilla anche staccando i capolini freschi e mettendoli in cassette foderate di carta di giornale, come vi ho fatto vedere qui.
Se usate l’essiccatore impostate una temperatura massima di 40°, per mantenere il più possibile integre tutte le sostanze funzionali presenti nella pianta. I tempi di essiccazione variano, ma in media basteranno 12-18 ore. Seccando le piante all’aria ci vorrà un po’ di più, con molta variabilità a seconda dell’umidità e della temperatura esterna.
Le radici vanno spazzolate molto bene sotto l’acqua per eliminare tutta la terra, poi tagliate a rondelle per l’essiccazione.
Le erbe essiccate si possono conservare in sacchetti di carta o in vasi di vetro, etichettandole con nome, mese e anno anno di raccolta. Generalmente si usano entro l’anno: quando arriva il nuovo tempo balsamico quelle dell’anno passato iniziano ad essere vecchiotte.

 

Ci sarebbe davvero tanto altro da dire, ma ho l’impressione, come al solito, di essermi già dilungata troppo! Se avete qualche domanda potete farla qui sotto nei commenti, e ricordatevi di andare a spulciare la categoria delle erbe spontanee per notizie specifiche sulle singole piante trattate finora su questo blog e sul loro utilizzo in cucina e in erboristeria.

Non vedo l’ora che arrivi la primavera, anche voi?

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22 commenti su “Piccola guida alla raccolta delle erbe”

  1. Preziosissima questa piccola guida: nè farò tesoro perchè per ora so riconoscere solo il tarassaco!!! 😉
    grazie! un abbraccio!
    MARI

  2. toh, ho appena scoperto di avere in un vaso una piantina di cardamine hirsuta! Sarà forse perchè la terra che uso proviene tutta dalla campagna selvaggia di un bosco vicino Tortona, e spesso spuntano erbette e piantine selvatiche ‘impreviste’, ma sempre benvenute 😉
    Per i libri ne ho un paio vecchissimi con le pagine incollate con lo scotch, trovati appunto a un mercatino, c’erano ancora i prezzi in lire, io li adoro e quest’anno credo li userò per le passeggiate tra i boschi qui vicino! Merito di questa passione e curiosità che sta crescendo in me è anche tuo, sappilo! Farò tesoro di tutti i consigli che ho trovato in questo post e non vedo l’ora di scoprire le ricette!!
    un bacione quanti bei progetti stanno prendendo forma, dopo tanta cura nella semina non poteva essere altrimenti 😉

    1. Dai Lucy, che bello! Io adoro quella piantina! Le foglie si mangiano sai? Mettile nell’insalata, sono piccantine e deliziose (il sapore è forte però, non esagerare…)
      Può darsi che i semini fossero nella terra, ma non è detto, io vedo spuntare di tutto anche in vasi in cui è stato messo terriccio comprato. Sono delle vere guerriere, queste erbacce!
      Far venire voglia a qualcuno di approfondire questa conoscenza è una vera gioia per me. Se passerai da queste parti ci faremo anche una bella passeggiata insieme 🙂
      Un bacione anche a te carissima!!!

  3. Sono di frettissima, quindi ho scopiazzato tutto e me lo leggerò appena ho un attimo libero! Come sempre… grazie di esistere!! :-*

    1. Grazie Eli! Come ho scritto anche a fine post non sono stata affatto sintetica 🙂 Quindi sì, prenditi tutta la calma per leggere quando puoi…

  4. A questo punto mi viene spontaneo chiederti: c’è qualche libriccino-guida al riconoscimento e alla raccolta delle piante che puoi consigliarmi? Mi hai fatto venire una voglia di scorrazzare per i campi… 😉 Purtroppo la raccolta delle erbe spontanee sta cadendo nel dimenticatoio..solo i più anziani conoscono ancora quest’arte e non è facile trovare qualcuno che sia disposto a insegnarti i posti. È davvero un peccato!
    PS Se per caso passi dalle mie parti, nelle Marche, fai un fischio: sarei felicissima di partecipare ai tuoi corsi! :-))

    1. Allora…come ti dicevo i libri che ho io sono ormai fuori edizione, ma posso consigliarti questo, che conosco: http://www.ibs.it/code/9788841859919/della-beffa-m–teresa/fiori-campo.html. E’ un buon libro mirato al riconoscimento delle piante fiorite, con un’organizzazione interna che segue il colore dei fiori. Ci sono parecchie piante e foto, non sempre eccezionali, ma sufficienti. Altrimenti c’è anche questo che non mi sembra male: http://www.macrolibrarsi.it/libri/__erbe-e-frutti-selvatici-commestibili-libro.php?pn=3252, anzi, quasi lo vorrei prendere anche io 🙂
      Dove sei nelle Marche? Io sono stata qualche volta nel Montefeltro e ho vissuto a Pesaro qualche mese, è una bellissima regione! Mi piacerebbe venire a fare qualche corso lì, se conosci agriturismi o associazioni che potrebbero voler ospitare l’evento fammi sapere!

      1. Grazie mille! 🙂 Io invece sono nel maceratese, di agriturismi da queste parti ce ne sono veramente tanti, ma non saprei dirti quale possa essere disponibile…

      2. M.Teresa Colasanzio

        Buongiorno Claudia grazie per l’utilissimo e il dettagliato’elenco dei libri che trattano di fitoterapia e di natura.Uno di questi libri ce l’ho dato che questo è anche il mio settore lavorativo oltre che una mia grande passione.Sono una Dietista esperta in fitoterapia e sono estremamente convinta che la nostra Amica Natura ci possa veramente aiutare per migliorare il nostro stato di benessere.
        Ti lascio in descrizione il link della mia erboristeria online dove potete trovare tantissimi prodotti bio certificati e italiani a dei prezzi veramente ottimi.
        https://shop.sorgenta.com/mteresacolasanzio

        Un caro saluto.
        M.Teresa

  5. carissima Claudia, tengo questo post nel cuore da quando l’hai pubblicato, e guarda dopo quanto tempo sono riuscita a leggerlo! :'( la primavera mi sta scivolando accanto a una velocità frustrante… o sono io quella che va troppo veloce? di questo periodo non ne posso più, domani vado in montagna. tiè.

    l’articolo è meraviglioso. nonostante le aspettative altissime prodotte dalla lunga attesa, mi ha pure stupito! sei incredibile. e mentre ti leggevo rivedevo le fasi della mia iniziazione (l’altro ieri, metaforicamente parlando, considerato quanto sia ancora terribilmente indietro) al mondo vegetale: quanto è vero che una volta che riconosci una pianta ti accorgi della sua presenza, spesso capillare! a me è capitato col sambuco. mi sono sentita stupida e ho capito il valore di essere consapevoli di ciò che ci circonda. mi trovi assolutamente d’accordo anche sui mercatini dell’usato: ora in libreria è quasi impossibile trovare testi su argomenti che non vanno di moda, e le piante discrete purtroppo temo non abbiano mai fatto tendenza. io sento una profonda soddisfazione nell’imparare a “vederle” appunto, anche se poi mi rattrista pensare di appartenere a un’esigua minoranza, senza contare quanto ancora ho da imparare! però sono determinatissima, perché entrare nell’universo vegetale sta dando alla mia vita un senso completamente nuovo. forse suona un tantino esagerato, ma è proprio quello che sento: mi sembra di stare acquisendo le chiavi di accesso a un mondo parallelo, molto vasto e molto potente, che non andrebbe affatto ignorato.

    grazie per aver detto di non raccogliere selvaggiamente, non è affatto scontato. e sui fiori avevo notato anche io questo fatto del lavaggio: trovo sempre scritto “lavare bene” ma fin dalle prime volte mi è sorta qualche perplessità e sinceramente dopo un po’ ho smesso, di “lavare bene”. basta essere ancora più scrupolosi con la raccolta e per i fiori che stanno in alto, inquinamento a parte, ce ne si può anche fregare.

    scusa per aver scritto in maniera un po’ frammentaria, ma in questi giorni sono mentalmente stanca! poi c’era troppo da commentare: sarò riuscita a dire a stento la metà di quello che volevo. uffa. e grazie ancora per i contenuti bellissimi. non ti ringrazio mai abbastanza. <3

    P.S. ah, l’appunto sulla pigrizia! ora ho capito perché sono così meticolosa, mi hai dato una chiave di lettura davvero soddisfacente. 😛

    1. E io non ringrazio mai abbastanza te per questi commenti chilometrici, e del ritardo con cui li scrivi, che altro non è che una dimostrazione di interesse autentico. Perchè lo so quanto è difficile restare in contatto con tutto quello che ti piace quando la vita scorre velocissima e piena di cose, come in questa tua primavera, e il fatto di vederti tornare dopo tanto tempo, sapere che ti sei presa il tempo di leggere con tutta calma e di scrivere tutte queste parole mi rende contentissima. Anche perchè a questo post, pur essendo scritto da poco, mi sono già tanto affezionata 🙂 Quindi grazie, grazie, grazie per aver lasciato proprio qui un così bel segno del tuo passaggio!

  6. Ciao Claudia Mi chiamo Polly sono di Firenze ma vivo a Ferrara da due anni mi sto interessando da pochissimo a questa bellissima avventura abbiamo una casetta il Val di sole e credo sia un bel posto per fare allenamento….grazie per quello che scrivi di sicuro per me sarà molto utile.
    Mi chiedevo se puoi consigliarmi un libro da acquistare visto che mi sto avvicinando adesso tu sicuramente potrai aiutarmi.
    Grazie
    Polly

    1. Ciao Polly, grazie a te! Spero che qui potrai trovare il più possibile informazioni utili per esplorare sempre più a fondo questo mondo vastissimo delle piante selvatiche. Non si finisce mai, e questo è il bello 🙂
      Non so se l’hai già notata, ma qui nel sito c’è una pagina dedicata ai libri consigliati, è qui: https://granosalis.org/libri/ Ci sono tutti quelli che ho letto e che consiglio, su diversi argomenti cari a questo blog tra cui il riconoscimento e l’utilizzo delle erbe. Dacci un’occhiata se vuoi, ci sono anche i link diretti alle schede descrittive.
      Se dovessi consigliarti i migliori per iniziare, tra quelli, ti direi Riconoscere e cucinare le buone erbe e Riconoscere e cucinare le buone erbe vol. 2, di Adolfo Rosati. Sono due piccoli libri, ma fatti davvero molto bene, li ho scoperti solo quest’anno e li ho trovati tra i migliori. Ha delle ottime e abbondanti schede illustrate anche Ritorno alle Radici di Maurizio e Sandro Di Massimo, anche se non ho amato molto l’introduzione…ma la parte dedicata alle singole piante, che è la maggior parte del volume, merita davvero. Stra-consigliato, anche se non economico, è La mia cucina con le piante selvatiche di Meret Bissegger. È un libro con ricette, ma con tantissime nozioni utili, foto e indicazioni sul riconoscimento delle piante trattate, tra le più precise che ho trovato.
      Buona lettura!
      Claudia

      1. Grazie tante Claudia prenderò per il momento i primi due che mi hai consigliato…
        Ti farò sapere.
        Grazie mille
        Polly

  7. Buongiorno, io sono a favore di tutto quello che è naturale, purtroppo però non ho persone che possano aiutarmi. Avevo i miei nonni contadini fino a poco tempo fa, ma non hanno mai affrontato certi argomenti e le piante spontanee anche medicinali le chiamavano in dialetto, per cui non sapendo il nome in italiano, mi ritrovo a non conoscerle se non visivamente. Qui in liguria, almeno nella mia provincia non ho trovato nessun corso sul campo dove poter imparare bene a conoscere le piante. Spero che leggere libri e continuare a studiare per conto mio sia sufficiente, anche se essere affiancati da chi ha più esperienza mi renderebbe più tranquilla. Peccato. Spero di trasferirmi presto in Toscana!

    1. Buongiorno Serena,
      comprendo la difficoltà: avere una guida, almeno all’inizio del percorso, è certamente molto utile e rassicurante. Sono certa che non serva però trasferirsi in Toscana per trovare attività di questo tipo, la Liguria ha una tradizione legata alle erbe selvatiche molto forte, ce ne sono sicuramente anche lì! Ad esempio, ho visto che all’ecovillaggio Torri Superiori, vicino Ventimiglia, ne hanno proposta una nell’ambito di un Festival di Primavera lo scorso marzo (trovi i dettagli cliccando qui), magari ne proporranno ancora.
      Ti invito a fare ricerche su internet, non è sempre facile trovare, ma alla fine qualcosa spunta. Male che vada, se vuoi regalarti un weekend vacanziero in Toscana questa primavera tieni d’occhio il mio calendario eventi ;).
      Un saluto!

        1. Ciao Laura,
          come puoi vedere sotto ogni immagine in questo post c’è una didascalia con l’identificazione della pianta. La rosa canina non c’è, quelle che dici non sono bacche, ma gemme di mirabolano, una varietà di Prunus. Sulla rosa canina ho scritto qui e qui.

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