Composta di mele limoncelle

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La natura è potente in questi giorni. Affascinante e spaventosa allo stesso tempo. La notte ha portato tantissima pioggia, e altra ancora è prevista per il pomeriggio. Porto fuori Urano al solito pascolo che si affaccia sul fiume; sole pieno, poi nuvole, un minuto di pioggia battente, ancora sole. Tanto, tanto vento, un vento forte.
Tengo Urano al centro del campo stavolta. Il fiume è salito di tantissimi metri e scorre più vicino del solito. Gliene mancano solo un altro paio per uscire dagli argini e invadere i campi. Argini troppo fragili ormai, soprattutto dopo che qualche lungimirante amministratore ha dato il permesso di spogliarli di quasi ogni albero, di certo dei più grandi, che sì, possono cadere durante una piena, ma contribuiscono a rinsaldare l’argine e tenere il fiume al fresco d’estate.
Questa potenza l’abbiamo percepita un po’ tutti nelle ultime settimane, qualcuno molto più di altri. Ho una casa calda in cui rifugiarmi, e oggi me la godo tutta: preparo una zuppa per pranzo, con i miei ceci in vaso, l’avanzo della vellutata di zucca e patate di ieri a dare una base cremosa, qualche altra verdura che mi ritrovo in frigo e le prime cime di rapa del mio orto, il mio primo raccolto in assoluto, insieme ad un po’ di tarassaco, spuntato fuori più vigoroso del solito dalla pacciamatura di fieno: anche le spontanee sembrano godere particolarmente di quella nuova condizione.
Sull’altro fornello metto a cuocere le mele limoncelle, quelle che già conoscete, per farne una conserva.
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Disperavo un po’, quest’anno, di poter riuscire ad organizzare la raccolta delle mele limoncelle ad Archeologia Arborea. Come vi sarete accorti dalla mia altalenanza nelle pubblicazioni, è un periodo molto denso di lavoro e impegni che non lasciano troppo spazio ad altro. Chi già mi segue da un po’ si ricorda di certo del progetto bellissimo di Livio e poi di Isabella Dalla Ragione di cui vi ho parlato qui, e dell’albero che ho adottato, come regalo per una delle mie amiche-sorelle. Ebbene, quest’anno mi sono mossa decisamente tardi nel chiamare Isabella per sapere quando passare, ma alla fine ce l’ho fatta. La mia mezza mela, pure lei, era in un bel periodo incasinato e non è riuscita a salire, ma ho raccolto per entrambe, ci saremmo in ogni caso viste di lì a poco. Più che raccoglierle, ecco, sono andata a prenderle: visto il nostro ritardo, Isabella le ha tirate giù dall’albero perché non marcissero o venissero completamente spazzolate dai caprioli, mettendole in chiesina insieme a tutte le altre. Non siamo riuscite a incrociarci stavolta, ma mi ha lasciato le mele lì, in bella vista, pronte da tuffare nel mio cestino.
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Il podere l’ho trovato bello come sempre: grandi foglie ingiallite sui fichi, la dolce decadenza di ottobre in ogni angolo del frutteto, tanta rucola selvatica tra i filari della vigna, lì dove invece in primavera domina il timo serpillo. Un saluto al mio albero, già pronto per l’arrivo dell’inverno, e qualche seme rubato al grande finocchietto selvatico che gli cresce accanto.
Claudia Renzi
Cosa fare quest’anno con le mie limoncelle? L’anno scorso ho voluto essiccarle, quest’anno invece ho deciso di metterle sul fuoco: una buona composta di mele.
Le mele sono state il primo frutto in assoluto che ho marmellato. Intendo da sola, escludendo le volte che ho aiutato e osservato mio padre fare conserve in casa, prima tra tutte la marmellata di more, la mia preferita. Eh lo so, non dovrei chiamarla marmellata, che è un termine che si usa solo per le conserve di agrumi, ma preferisco parlare in base ai miei ricordi che seguire l’etichetta gastronomica.
Avevo seguito la ricetta di uno dei primi libri di cucina che ho comprato, un piccolo librino sulle conserve di frutta di Gribaudo. Oh, a proposito di Gribaudo, ve l’ho mai detto qui che il mio libro ora lo potete trovare pure in libreria o su internet? Qui per esempio, o anche qui. Della serie che è già disponibile da mesi e nemmeno mi sono fatta un po’ di pubblicità…
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Tornando a noi: riprendo quella vecchia ricetta, ma diminuisco la quantità di zucchero, che mi pare un po’ eccessiva (indica 1,5 chili di zucchero per 2 chili di frutta! Sarò stata così matta da seguire le istruzioni anni fa? Non me lo ricordo…) e aggiungo anche un paio di cubetti della mia pectina autoprodotta, anche se è decisamente facoltativa, è una conserva che si addensa velocemente anche senza aggiunte. Importante però non togliere la buccia alle mele, che è straricca di pectina, quindi scegliete obbligatoriamente frutti non trattati, che, immagino lo sappiate già tutti, la mela è uno dei più tartassati di pesticidi.
Non aggiungo aromi o spezie e uso uno zucchero delicato: voglio una composta semplice, voglio sentire tutto il sapore antico di queste piccole e rustiche meline. Voi se volete, aggiungete cannella o vaniglia, o anche zenzero, ci staranno molto bene. Oppure, a prescidere da quale tipologia di mele userete, lasciatela così al naturale, non ve ne pentirete in ogni caso.
Prima di lasciarvi alla ricetta, vi ricordo brevemente l’evento della prossima domenica a Sutri (VT). Saremo alla Fattoria Roncaglia dalle 10.30 alle 17, passeggeremo, distilleremo oli essenziali, mangeremo insieme con un pranzo a base di prodotti della fattoria e di erbe selvatiche. Il tutto a soli 35 euro, che è un signor prezzo politico 🙂 . Prenotatevi entro mercoledì 9, qui trovate l’evento facebook con i contatti, come anche qui, nella pagina corsi ed eventi del blog.

// Composta di mele limoncelle //

°° Ingredienti °°

  • 2 chili e mezzo di mele limoncelle o di altra qualità
  • 600 grammi di zucchero di canna chiaro
  • 40 grammi di pectina autoprodotta (facoltativa)
  • il succo di un limone (o di 2 se non usate la pectina)
Composta di mele limoncelle 1Lavate le mele e dividetele in spicchi. Togliete i torsoli e tagliatele a pezzetti dentro una pentola. Dovrete ottenere 2 chili di mele detorsolate. Bagnatele col succo di limone.
Composta di mele limoncelle 1Aggiungete 2 bicchieri scarsi d’acqua e accendete il fuoco. Lasciate cuocere fino a che le mele saranno morbide mescolando spesso, ci vorranno circa 20 minuti. Lasciate riposare qualche minuto in pentola.
Composta di mele limoncelle 1Passate le mele con un passaverdura a fori larghi: lo scarto sarà pochissimo, otterrete 2 chili di polpa. Rimettetela sul fuoco e, se la usate, aggiungete la pectina, anche se ancora congelata. Lasciate cuocere per 5 minuti dal bollore, mescolando, e spegnete. Se la composta vi sembra poco densa, lasciate cuocere ancora un po’.
Composta di mele limoncelle 1Sterilizzate i vasi come sapete e riempiteli con la composta ancora bollente. Se ce l’avete, usate un imbuto da conserva, in modo da non sporcare i bordi e chiudere bene i vasi. Tappate con forza e capovolgete i vasetti su un piano di legno, poi lasciateli raffreddare completamente coperti da un canovaccio prima di rigirarli ed etichettarli, verificando anche la buona riuscita del sottovuoto. Se ce la fate, aspettate 30 giorni prima di consumarla, e conservatela in un luogo buio e fresco.
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4 commenti su “Composta di mele limoncelle”

  1. Non posso non condividere le tue riflessioni sulla natura. In questi giorni è più prepotente del solito il pensiero di sentirsi piccoli e impotenti…noi per ora non abbiamo subito danni,ma le piogge sono diverse e si sente.
    Queste mele ricordano moltissimo quelle che il mio vicino di campo mi ha appena regalato in abbondanza, lui le ha chiamate “Pom Muson”, per via della forma allungata che ricorda un lungo muso. Chissà se vanno bene anche loro per la composta…io credo di sì! 😉
    Un abbraccio!

    1. Mi ritengo già tanto fortunata che non mi tremi la terra sotto i piedi…credo sia peggio di qualsiasi piena o inondazione.
      Altre mele in regalo quindi! Pensano tutti a te da quelle parti 🙂 Chissà se sono le stesse che da Isabella sono chiamate “Culo d’asino”, ma ce n’erano almeno un paio di forma allungata, l’altra non non me la ricordo. Di certo il nome sarà declinato in chiave umbra-toscana, “Pom Muson” sa tanto di nord!
      Un abbraccio a te!!

  2. Eccomi, eccomi, anf anf, corro, in super ritardo, scusami, ma ci sono, voglio assolutamente esserci! Per fortuna il bello di marmellate e composte è che non finiscono subito come le torte e di vasetti ce ne sono più di uno, da godersi nel tempo! 🙂 Avevo letto il post e come sai avevo sorriso appena visto il tris di mele tra me, te e Manu, quindi mi ero gustata già tutto, anche se non ero venuta a commentare! Ultimamente le giornate mi fuggono via più del solito e mi piacerebbe tanto fare due chiacchiere di persona, a voce, per aggiornarci con calma e dettagli, oltre che per scambiarci altre ricette morbide su come usare le diverse qualità di mele! 🙂

    1. Come vedi non c’è fretta, qui ormai ci sono ritmi di pubblicazione fin troppo rilassati, sob…è un periodo tosto, per molti motivi, spero di tornare presto a scrivere con più frequenza. A Natale ripasserò a Roma (sono scesa un paio di settimane fa, ma sono stata praticamente un giorno e mezzo, con i miei, mio fratello e mia cognata col pancione :)), speriamo di trovare un bel momento rilassato tra i corri-corri generali delle feste. Nascita della mia nipotina permettendo, che cadrà, probabilmente, proprio in quei giorni!

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