Ortica – Raccolta ed essiccazione, proprietà e utilizzi

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La Primavera corre veloce, ne parlavo già la scorsa settimana quando abbiamo raccolto il Biancospino: se passano anche solo 7 giorni senza che percorra una strada, quando ci torno la trovo già completamente trasformata, con nuovi colori e nuove forme, nuove fioriture e nuove prospere erbacce. Tra queste troneggia l’ortica, forse la regina delle erbacce, spregiatamente identificata come simbolo di degrado e abbandono, con così scarsa considerazione per la sua generosità, per la sua tenacia, per le sue innumerevoli virtù. Chi non ha mai raccolto l’ortica, per cucinare o per farne infusi e tisane? Io avevo già superato i 30 quando ho fatto il mio primo raccolto, quindi immagino che là fuori ci sia ancora qualcuno che troverà queste informazioni utili :).

Amo questa pianta. Mi ci soffermo sempre molto quando la incontriamo con un gruppo durante una passeggiata di riconoscimento erbe. Battagliera, resiliente, cosmopolita, generosa. Guaritrice del suolo e degli umani, simbolo perfetto della rinascita di Primavera, della sua spinta vitale, del suo vigore e della sua energia. Nella simbologia planetaria e alchemica viene collegata inequivocabilmente a Marte, il governatore di questa stagione di rinnovamento, il pianeta del sangue, della battaglia, della vitalità, del dinamismo. Un’energia travolgente e impetuosa, quella primaverile e marziana, perfettamente incarnata in questa umile pianticella che è l’ortica.

L’azione di Marte è acuta, violenta, centrifugale, rubefacente, infiammante, intensa, accelerante, intensificante.
Marte è il principio attivo.
Marte dà l’energia dinamica. È una forza costruttiva se viene applicata bene, diventa distruttiva se incontrollata. […]
Marte partecipa alla formazione del sangue (insieme al Sole a e a Giove).
Dal cibo Marte assorbe il ferro (che governa) e che converte in emoglobina. […]
Il Sole e Marte insieme danno forza di vita, sangue e coraggio e rinforzano la mente.

Alchimia Verde – Manfred M. Junius

L’ortica (Urtica sp., da “urere”, bruciare), nonostante la sua cattiva nomea di erbaccia e la diffidenza che suscita col suo potere urticante, ha assunto nella tradizione popolare diversi significati benevoli. Fa parte delle piante considerate protettive dai fulmini, ma anche da energie negative in genere, portandone rametti in tasca, bruciandola nei focolari domestici o gettandola sui tetti delle case. Degli usi magici e simbolici racconta anche Ferdinando Alaimo in Erboristeria Planetaria:

Del resto la natura ignea e marziana di questa pianta non è circoscritta ai suoi peli; Ovidio nell’Ars amatoria consiglia di usare i suoi semi macerati in vino secco come filtro d’amore. Gli erbari cinquecenteschi confermano che “il seme bevuto con vino passo muove a lussuria”, quelli medievali la considerano addirittura un talismano per proteggersi da streghe, infermità e morte. I contadini hanno sempre apprezzato questa pianta come un ottimo alimento per nutrire e stimolare la riproduzione dei loro animali da cortile. Fra le popolazioni rurali della Russia, forse ancora oggi, l’ortica viene direttamente usata al posto del fuoco: invece di accendere i falò, come si fa altrove, per festeggiare il solstizio d’estate alla vigilia di San Giovanni, lì si salta sull’ortica.

L’ortica raggiunge il tempo balsamico, in cui i principi attivi sono più concentrati e potenti, in marzo-aprile, poi, dopo la piena fioritura di tarda primavera, si indebolisce in estate, per tornare vigorosa con un nuovo tempo balsamico in settembre-ottobre. Cresce ovunque, dal piano fino ai 2000 metri, è una di quelle piante che non hanno neanche bisogno di essere descritte, chiunque conosce l’ortica almeno per la reazione urticante che ha certamente provato sfiorandone inavvertitamente le foglie.
Così pensavo, anni fa, ma realtà il suo riconoscimento non è così immediato per tutti: in molti durante i corsi esprimono difficoltà, e non a caso ci sono diverse piante spontanee che vengono volgarmente chiamate “falsa ortica”, per la somiglianza con la nostra protagonista. Distinguerle in fioritura è piuttosto semplice: la maggior parte delle piante che hanno forma simile ma che ortica non sono, fanno parte della famiglia delle lamiacee e producono fiori piuttosto appariscenti, colorati e dalla forma particolare, simile per capirci a quella dei fiori di salvia o di rosmarino. La nostra umile ortica invece, un’urticacea, non ci tiene granché a farsi bella agli occhi umani quando fiorisce, e produce spighette di fioricini verdognoli-marroni, che molti profani in campo botanico non identificherebbero neppure come fiori.
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Ma a noi l’ortica serve per lo più prima della fioritura, quindi bisogna imparare a riconoscerla in quella fase. Le piante che più comunemente vengono confuse con l’ortica sono il Lamio (Lamium purpureum, L. maculatum o L. album), il Marrubio (Ballota nigra o Marrubium vulgare), e la Melissa (Melissa officinalis o M. officinalis subsp. altissima, conosciuta anche come Melissa romana), che però, a guardarle bene, presentano tutte foglie dai lineamenti dolci e stondati, diciamo foglie dentate ma per finta, come le spade giocattolo dei bambini. Tutt’altro carattere hanno le lamine dell’ortica, dai margini nettamente dentati e appuntiti.
Tutte le specie di ortica poi presentano peli rigidi più o meno perpendicolari al fusto che si possono osservare nettamente a occhio nudo; a seconda della specie, li troviamo anche nelle foglie, soprattutto nella parte inferiore, ma anche nella superiore. Sono questi peli che, toccati e spezzati, liberano quel liquido urticante che ci dà tanto fastidio. Le piante simili possono presentare una pelosità su foglie e fusto, ma non sono mai urticanti.
Qui sotto trovate un paio di immagini che mettono a confronto l’ortica e il lamio rosso, già parzialmente in fiore.
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Questa piantina così modesta è una miniera di proprietà medicinali e terapeutiche che spaziano in molti campi d’azione diversi. Non a caso viene impiegata nella medicina popolare da sempre senza aver mai conosciuto declino, anzi, gli impieghi si sono moltiplicati nel tempo col progredire di studi e conoscenze.
Come molte piante che abbondano all’inizio della primavera ha forti proprietà depurative, sia del sangue che dei reni, ha proprietà alcalinizzanti e disintossicanti, in grado di facilitare l’eliminazione dei residui acidi dall’organismo; si rivela quindi piuttosto utile per prendersi cura del proprio corpo dopo il lungo inverno e prepararlo al meglio ad una rinnovata vitalità. L’azione diuretica, oltre a depurare, aiuta nei casi di calcoli renali, renella, cistite, gotta e artrite.
Grazie al suo alto contenuto di clorofilla e di minerali, in particolare ferro (che agisce in sinergia con l’acido folico, anch’esso contenuto nella pianta), calcio, fosforo, silicio, potassio, magnesio e manganese, l’ortica è un efficace antianemico, remineralizzante e ricostituente, grazie anche al buon contenuto di vitamine A, C e K. Ha inoltre proprietà vasocostrittrici ed emostatiche che la rendono indicata in caso di mestruazioni abbondanti e in tutti i tipi di emorragie interne ed esterne come perdite di sangue dal naso, sangue nelle urine, ulcere dello stomaco. É anche un ottimo regolatore intestinale, grazie all’azione dei tannini e delle mucillagini presenti nella pianta che la rendono utile sia in casi di diarrea che di stipsi.

L’ortica è una buona alleata per l’organismo femminile, in qualsiasi fase della vita. Oltre al già citato aiuto che può dare in caso di mestruazioni abbondanti, la pianta ha proprietà galattogene, ossia aumenta la secrezione del latte materno in fase di allattamento. É consigliata in età fertile per la sua azione antianemica e in menopausa perchè è un’ottima fonte vegetale di calcio insieme a semi di sesamo, broccoli e mandorle.

Un’altro impiego dell’ortica è quello che interessa l’apparato respiratorio, sia nel trattamento di catarro o infiammazioni a carico di bronchi e polmoni, sia, come ho appreso da questo studio di recente, nel trattamento di riniti allergiche stagionali.
Viene usata inoltre per il trattamento di dolori reumatici e muscolari, anche tramite una pratica un tantino spiacevole (un tempo molto diffusa oggi meno, ma sempre efficace)  che prevedeva lo sfregamento della pianta sulla pelle, a suon di fustigazioni urticanti autoindotte: l’azione irritante dell’ortica stimola la vasodilatazione a ha effetto revulsivo, agendo di conseguenza in modo benefico sui dolori. Le fustigazioni stesse erano un tempo usate anche come penitenza, in particolare tra i monaci, o per scacciare presenze demoniache dalle persone. L’efficacia contro i dolori passa comunque anche dall’uso interno, grazie alle già citate virtù depurative che ricadono anche sul benessere muscolare e articolare.

Anche in campo cosmetico gli impieghi sono diversi, tramandati nella tradizione popolare da secoli: viene usata soprattutto per purificare la pelle, combattere la forfora e rinforzare il cuoio capelluto, ma anche per scurire i capelli e renderli più lucenti. A scopo cosmetico si usa spesso la radice, ma anche le foglie, per lo più in lozioni o in decotti per il risciacquo.

Non mancano poi gli usi tecnici in orticoltura naturale: il macerato di ortica preparato lasciando immerse le parti aeree nella pianta in acqua in un catino esposto al sole, è tra i rimedi più conosciuti sia come antiparassitario,  spruzzato sulle foglie di ortaggi e fiori, sia per aumentare la fertilità del suolo, tramite innaffiatura. Sembra poi che l’ortica sia in grado di migliorare il terreno in cui cresce, di arricchirlo di humus e di dargli equilibrio: era pratica comune nelle campagne prelevare terreno da sotto le ortiche e usarlo nella coltivazione di ortaggi o di fiori. Leggete se vi va questo breve e interessante pdf sull’uso agricolo dell’ortica e su come preparare il macerato. Ma soprattutto, andate agli approfondimenti in fondo a questo post, in cui vi parlo di come il macerato sia stato oggetto in Francia di una repressione governativa davvero assurda, in cui l’ortica è diventata l’emblema della lotta per la conservazione della memoria agricola.

Parlando di uso tecnico non si può non citare l’uso antico della fibra di ortica per la fabbricazione di tessuti, probabilmente antecedente all’utilizzo di canapa e cotone e tuttora in uso in alcuni popoli nordici e in via di recupero grazie a diversi artigiani, anche qui in Italia. Pare che la fibra di ortica sia indistruttibile, tenace ed estremamente durevole.
E per finire, ma di certo non è tutto, l’ortica è anche tintoria, utilizzata in bagni per i tessuti a cui conferire tinte verde-giallognolo.
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Vi servono altre buone ragioni per uscire a fare un’abbondante raccolto? No, perché ce ne sono, primo fra tutti il largo uso che l’ortica ha sempre avuto in cucina. Diffusa anche nelle trattorie di campagna per preparare risotti e frittate o riempire pasta fresca, ben prima delle recenti nuove tendenze della ristorazione che prevedono l’uso di erbe e fiori selvatici in cucina, l’ortica vanta una lunghissima tradizione alimentare, ininterrotta fino ai giorni nostri. Estremamente abbondante e diffusa, facile da riconoscere e raccogliere, ricca di gusto e nutrimento, l’ortica è tra le grandi protagoniste della cucina popolare.

Personalmente l’adoro. Ne faccio zuppe, risotti, torte salate, ripieni, pasta fresca colorata, salse, polveri…e pesto. E quando dico pesto intendo pesto a crudo. Non è strettamente necessario scottare le foglie prima di pestarle: il tritarle molto finemente ne neutralizza il potere urticante, quindi ben frullate in un buon pesto si fanno mangiare anche crude, al massimo del loro potere nutraceutico, che include ad esempio la grande quantità di vitamina C (nell’ortica ce n’è 7 volte più delle arance), che viene altrimenti distrutta in cottura.

Se volete qualche ispirazione qui sul blog ci sono parecchie ricette, che di certo andranno aumentando, ve le elenco dalla più recente alla più datata:

Patate hasselback con polveri di ortica e peperone e pesto di alliaria
Risotto al vino rosso e ortica, con cimette di alliaria
Orecchiette di Timilia al pesto di ortica e dragoncello
Polpette di pane e ortica al pomodoro
Farro al pesto di ortica con cavolo nero e petali di topinambur
Polvere di equiseto e ortica
Ravioli verdi con ortica e patate
Cous Cous con borragine e ortica al profumo di limone
Zuppa di cannellini, finocchi e ortica
Polpettine di miglio, quinoa e ortica

L’uso alimentare dell’ortica è davvero consigliatissimo, intanto perché è una delle piante più facili da trovare, poi perché è spesso infestante, quindi si possono fare abbondanti raccolti senza comprometterne la riproduzione (ma lasciate sempre che alcune piante completino il loro ciclo foglia-fiore-seme), e poi perchè è davvero una bomba di nutrienti. Oltre a vitamine e minerali già citati, l’ortica ha un altissimo contenuto di proteine, che grazie alla struttura delle foglie sono anche facilmente assorbibili: conta il 6-9% di proteine sul peso fresco, fino al 40 % sul peso secco, più della soia.
Usatela fresca, il più possibile, ma anche essiccata, nei periodi in cui non si lascia raccogliere nei campi, unendo le foglie a zuppe e minestre.

Le specie più diffuse sono Urtica dioica, perenne, Urtica urens e Urtica membranacea, annuali. Tutte sono parimenti utilizzabili. Io trovo più spesso U. dioica, che è anche la più diffusa nei preparati officinali venduti nelle erboristerie, meno spesso ma frequentemente U. urens. La prima ha foglie più allungate e di un verde generalmente più cupo, oltre a diventare piuttosto alta, la seconda è più piccola, con foglie più corte e di un verde più brillante.
I miei raccolti finiscono soprattutto in essiccatore per preparare poi infusi e tisane, e in cucina, ma voglio sperimentare anche la preparazione della tintura madre, che per adesso compro da Sarandrea. La uso come integrazione di ferro, insieme alla tintura di radice di Rumex crispus. La trovate spesso in commercio col nome di Clorofilla, la sostanza che viene estratta più efficacemente nella macerazione alcolica e che ha così tante affinità nella propria composizione col nostro plasma sanguigno.
Un’altra efficace modalità di utilizzo terapeutico dell’ortica è l’assunzione del succo fresco, estratto con una centrifuga o meglio ancora con un estrattore a freddo. È un utilizzo che è limitato ovviamente ai tempi balsamici della pianta, quando si trova in forze, e che rende necessario avere una bella colonia vicino casa, ma è certamente consigliabile per approfittare di tutte le potenzialità della pianta fresca appena colta e a crudo.

Armatevi di guanti di gomma e forbici e andate a cercare il vostro cespuglio di piantine verdi. No guanti di lattice o da giardino, proprio quelli di gomma da cucina, che sennò vi pungete lo stesso; dovrete tenerli indossati mentre processate l’ortica fino a che non sia cotta o essiccata o frullata. Cercate le piante più giovani e tenere, e cogliete le cime e al massimo due-tre file di foglie più in basso. Fate attenzione ad osservare la parte sottostante delle foglie, che spesso sono attaccate da famiglie numerose di piccoli pidocchi. Evitate di raccogliere le piante con i parassiti, per mia esperienza qualche passo più in là troverete qualche altro cespuglio che ne sarà libero.
L’ortica fiorisce intorno a maggio, quindi si raccoglie prevalentemente nei mesi di marzo-aprile, e poi di nuovo in autunno, ma se avete dei cespugli nel vostro terreno, in giardino o negli immediati dintorni, potrete raccoglierla anche per tutta l’estate cimandola spesso: a quel punto continuerà a ributtare cimette fresche buone da mangiare.

Occhio a dove raccogliete: l’ortica è una pianta nitrofila, assorbe inquinanti dal terreno e li immagazzina nei tessuti, ed è talmente efficace da essere usata anche nella bonifica di terreni compromessi. Se dovete quindi usarla in cucina e nella cura personale, cercate dei luoghi di raccolta affidabili e sicuri.
L’ortica ama i luoghi umidi e quelli ricchi di sostanza organica. È facile trovarla ai margini di canali di scolo e ruscelli, su terreni ricchi di azoto o che covano ristagni idrici, vicino a cumuli di letame, ai margini dei boschi. Ama gli ambienti ruderali, come anche quelli urbani, dove cresce particolarmente rigogliosa (gradisce molto la nostra presenza e tende ad accompagnarsi agli umani). Diffidate di canali di scolo che passano tra campi di cui non conoscete la gestione agricola, e preferite margini di ruderi, di boschi, di campi incolti o coltivati in biologico o a foraggio. Si installa facile anche ai margini degli orti, ma vale lo stesso discorso: prima conoscete il contadino, e da lì capite se potete raccogliere oppure no.

Tornati a casa col vostro raccolto, dedicatevi subito alla pulizia: separate le foglie dagli steli, lavatele bene senza togliervi i guanti e asciugatele con una centrifuga da insalata. Sparpagliatele non troppo sovrapposte sui vassoi dell’essiccatore o su dei graticci da sistemare al buio o comunque al riparo dalla luce diretta in un luogo secco e ventilato. Se usate l’essiccatore fatelo andare a 40° per 12-18 ore circa. Un’altro metodo per essiccare le foglie è raccogliere l’ortica in mazzetti non troppo serrati e appenderla a testa in giù per qualche giorno, sempre al buio e in luogo ventilato, fino a completa essiccazione. In questo caso lavate e asciugate gli steli senza staccare le foglie, operazione che farete a essiccazione avvenuta.
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Conservate le foglie in sacchetti di carta o vasetti di vetro riposti al buio. Per fare un infuso usate un cucchiaio di foglie sminuzzate per tazza, lasciandole in infusione a fuoco spento in acqua bollente 10 minuti. Per fare una cura depurativa e/o remineralizzante una delle procedure che ho trovato è berne 3-4 tazze al giorno, possibilmente lontano dai pasti, per 20 giorni consecutivi, poi fermarsi per 10 giorni e riprendere altri 20 giorni. Se uso la tintura madre, ne prendo, al netto delle mie fisiologiche discontinuità, 30 gocce 3 volte al giorno prima dei pasti in due dita d’acqua, per almeno 20 giorni, ma anche fino a 40.
Usate l’ortica per tutti i piccoli e grandi problemi per cui si rivela efficace, ma anche per provare a portare un po’ dell’energia di Marte, di fuoco e di vitalità in un periodo in cui ve ne sentite sprovvisti.

Altre informazioni utili

Ortica - Raccolta ed essiccazione, proprietà e utilizzi 7Vi segnalo a proposito dell’ortica un documentario davvero interessante e ben fatto, disponibile gratuitamente su youtube, parte della serie L’insospettabile talento delle piante. Nella puntata sull’ortica, che potete vedere qui, oltre a conoscere meglio questa pianta eccezionale, scoprendone le tante virtù e varietà (tra cui enormi urticacee arboree che provocano dolori superiori per intensità al parto), si racconta di come in Francia il macerato di ortica, un efficace ed economico prodotto naturale usato da generazioni di orticoltori e contadini, sia stato messo al bando e sia oggetto di una vera e propria resistenza dal basso. Non solo ne è stata vietata la produzione, sono arrivati a proibire di parlarne.
Cito le parole di Alain Baraton, dal documentario:

Oggi alla radio posso tranquillamente elogiare i prodotti chimici, posso parlare di tutti i diserbanti che inquinano la falda freatica, ho il diritto di parlare degli insetticidi altamente tossici…si rende conto che ho il diritto di raccomandare l’uso di prodotti che devono essere lavorati in assenza di vento, con una tuta di plastica, gli occhiali, la maschera, i guanti, fuori dalla portata dei bambini? E poi bisogna sciacquare abbondantemente gli oggetti utilizzati, non si può consumare il frutto prima di 15 giorni, eccetera eccetera […] …e non si può parlare del macerato di ortica?!

Purtroppo non riesco più a trovare le altre 3 puntate della serie, tutte validissime, viste anni fa su RaiPlay. Per me che tengo in grande considerazione le erbacce la puntata sull’ortica va dritta al cuore, ma ho adorato anche quelle su loto, tasso e arabetta, davvero belle. Se qualcuno ritrovasse da qualche parte uno streaming, anche a pagamento, ce lo faccia sapere nei commenti!

Ortica - Raccolta ed essiccazione, proprietà e utilizzi 7Dell’ortica, qualche tempo dopo la prima versione di questo articolo, ho scritto anche per un progetto che al tempo era molto attivo e seguito, Il Pasto Nudo, della vulcanica Sonia Piscicelli, nato come blog di cucina consapevole e trasformatosi negli anni in associazione, con tanto di portale online di contatto diretto coi produttori e mercati fisici nei dintorni di Roma. Per me è stato un onore entrare a far parte degli autori e tenere una piccola rubrica sulle erbe spontanee commestibili in un luogo così ricco di informazione plurale e approfondita, un punto d’incontro e condivisione tra i più interessanti della rete.
Oggi, e da qualche anno, Il Pasto Nudo tace, ma continua a parlare con la miriade di contenuti ancora in archivio. Le rubriche sono riservate ai soci (ma associarsi non costa molto), la mia però è rimasta stranamente libera. Andatevi a leggere i due post sull’ortica (questo e questo), dove trovate anche un’altra ricetta inedita, e il resto degli articoli della rubrica “Erbaccia a chi?”.

Ortica - Raccolta ed essiccazione, proprietà e utilizzi 7Questo articolo, scritto per la prima volta nell’aprile 2014, è stato rivisto e aggiornato a marzo 2021, con tante informazioni in più. I primi commenti che trovate sotto, i più vecchi, si riferiscono ad una parte introduttiva che ho voluto eliminare, un discorso sul sovraccarico di stimoli e informazioni esterne e sul suo impatto sull’espressione creativa individuale. Ecco, poteva pure essere interessante, ma con l’ortica c’entrava niente :). Erano altri tempi e scrivevo in altro modo, oggi ho voluto rendere questi contenuti più fruibili e pertinenti per tutti.
Lo preciso giusto per chi dovesse sentirsi spaesato nel leggere i commenti, che anche se ormai fuori tema non ho avuto voglia di eliminare.

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28 commenti su “Ortica – Raccolta ed essiccazione, proprietà e utilizzi”

  1. Capita anche a me, Claudia… siamo bombardate da mille immagini, notizie (e chi meglio di me lo sa, per il mestiere che faccio), stimoli, nozioni, curiosità… la testa gira, è vero! Il segreto per non cadere in preda al caos secondo me è sempre lo stesso che applico ormai a tanti campi della mia vita: il saper selezionare con cura… capire a chi o cosa dare (vera) importanza… un po’ come nella raccolta delle erbe, no?! Per quante cose possiamo amare, abbiamo tutti dei “preferiti”, non solo nelle cartelle del pc o tra le ricette… nel mucchio c’è sempre qualcosa che spicca, a cui teniamo di più, che ci interessa di più… e lì va concentrata l’attenzione! O almeno, io provo a farlo… e ci riesco abbastanza bene, perchè seguo tante lucine ma so riconoscere la luce più grande… e l’istinto spesso mi guida, anche in questo…
    Venendo al raccolto, mi sogno cestini interi pieni di cosebuone che crescono spontanee tra i post tuoi e di Laura, sono arrivata al punto di fregare rami di gelsomino alla mia vicina… ti dico solo questo! 😀 Come sempre, se penso a borragine o ortica mi viene in mente un ripieno per ravioli… è inutile, tutto (ri)conduce lì… 🙂

    1. Claudia_GranoSalis

      Fra, mi hai fatto troppo ridere con quell’immagine di te che rubi il gelsomino alla vicina! Ti dò una dritta: in questo periodo fiorisce anche l’acacia, che si chiama anche robinia, ha dei fiori meravigliosi e profumatissimi e di certo di trova anche in città…e si usa in cucina, ovviamente! Solo i fiori però, lascia stare le foglie.
      E’ vero quello che dici, è che anche selezionando con cura c’è davvero tanto là fuori, che vorrei che la selezione potesse essere mooolto più ampia! Ma troverò il mio equilibrio, e intanto aspetto i tuoi ravioli 🙂

      1. I fiori di acacia mi mancano, vado a vedere quali sono… non sia mai mi passino sotto il naso e io li snobbo non riconoscendoli… 🙂

  2. Ah io sul gelsomino di Francesca posso testimoniare, perché si può dire che l’ho conosciuto!;-)
    Cara Claudia ma lo sai che più leggo il tuo post e più mi ritrovo negli stati d’animo che descrivi?Pensa a me succede una cosa insopportabile (non perchè lo sia, ma perché non riesco ad accettarla come cosa normale) delle volte mi capita di ‘sognare’ persone che mi capita di ‘incontrare’ sul web e con cui non ho neanche scambi!!!Non accetto che nella mia testa il mondo virtuale possa imporsi fino a questo punto. Intendo dire a livelli così inconsapevoli, perchè questo mi fa capire che nonostante l’illusione di selezionare i miei contatti preferiti, tutti il resto passa e non riesco a filtrare tutto come vorrei. Non solo delle volte mi capita di avvertire che l’arricchimento dello scambio ceda il posto ad una strana forma di condizionamento che mi rende inquieta. Insomma mi è venuta voglia di dilungarmi perché mi piace l’idea di condividere e riscontrare una sensazione che ultimamente provo anch’io. Ad ogni modo, io ti aspetto e se non ti andrà di comparire da queste parti ti aggiornerò su fb dei progressi del biancospino 🙂 Quanto all’ortica sfondi una porta aperta, lo sai che è stata la prima ricetta con cui mi sono presentata la prima volta sul blog?Ti ho detto tutto!Un bacio grande grande!

    1. Claudia_GranoSalis

      Grazie della tua condivisione Laura…non a caso il sognare di notte, così dicono, serve anche a processare delle cose che durante il giorno abbiamo lasciato da parte, magari è proprio quello che ti succede. Capisco benissimo la tua inquietudine, è proprio quello che sta alla base dell’incipit di questo mio post di oggi.

      Da te ci sono già passata ieri, come facevo a resistere a quel fiore di tarassaco tenuto tra le mani?! E mo’ come faccio a non andarmi a cercare la tua prima ricetta con l’ortica?

      Un bacio a te e a presto!

      1. Ciao Claudia,
        Ma dopo che hai lavato e asciugato l’ortica… continua a pungere???
        La mia no ed è per questo che mi è venuto il dubbio che non fosse ortica “originale”!!!
        Grazie, Gianna

        1. Ciao Gianna,
          eh sì, punge fino a che non sia cotta o essiccata oppure frullata molto finemente…quindi poò darsi che la tua non fosse ortica :).

  3. La Balenavolante

    Ciao Claudia, poco fa ascoltavo una canzone degli Africa Unite che dice ‘mi sento come un cestino pieno che non riesce a svuotarsi’.. mi è tornata alla mente leggendo il tuo post.. quando mi capita di sentirmi così mi prende lo sconforto, perchè non riesco a sentirmi a ritmo con me stessa.. eppure so che anche questi momenti servono, per poi ricalibrare equilibri ed energie.. e tornare a correre ma come se stessimo camminando.. a ritmo con noi stesse e ciò che ci circonda.
    Ora, veniamo alle ortiche. Io le adoro. Solo che quando le mangio, soprattutto nei risotti, mi gonfio come un palloncino.. dovrò approfondire!
    un bacione

    1. Claudia_GranoSalis

      Che strano effetto che ti fa l’ortica…se cerchi in internet viene consigliata proprio per l’effetto opposto, ossia quello di sgonfiare. Non saprei cosa dire, magari una lieve intolleranza a qualche componente della pianta?
      Grazie per le tue parole, è proprio quello che sto tentando di fare 🙂 E’ un piacere quando passi di qui, a presto!

  4. vi voglio raccontare una chikka che ho ereditato dai miei nonni: fate un bel respiro e trattenete il fiato. A questo punto toccate le ortiche!!! e…non vi pungeranno. Perchè? non lo so, ma se vi trovate in pantaloncini ad attraversare un praticello di ortiche adesso sapete come fare.
    Un praticello ho detto, se è di più fatelo solo se vi chiamate Pelizzari. ciao

    1. L’avevo sentita anche io questa, non mi ricordo da chi, e per un po’ l’ho fatto, poi una volta non ha funzionato e ho smesso…però ho sentito anche che si toccano le ortiche solo col palmo delle mani e mai col dorso e soltanto sulla pagina inferiore delle foglie e non sulla superiore non ci si punge. Sai che è, troppo complicato, io mi metto i guanti!! 😀

  5. Ciao, ho il giardino pieno di ortica ed è diventata molto alta. L’ho sempre tolta e gettata ma, un’amica mi ha detto che viene anche colta e cucinata. Vorrei provare, ma come raccoglierla? Ho provato con i guanti ma mi sono punta ugualmente. C’è qualche sistema per non pungersi?? Mi puoi aiutare? Grazie di tutto.

    1. Ciao Carla, ma certo che l’ortica è commestibile, è anche buonissima! Se vai a rileggere questo post, verso la fine, ho messo anche i link a qualche ricetta che potresti farci.
      Per la raccolta non tutti i guanti vanno bene, devono essere guanti di gomma, non di stoffa, insomma quelli per lavare i piatti. Tienili su in ogni fase della lavorazione, anche mentre la lavi, fino a che l’ortica non sarà cotta: a quel punto non pungerà più 🙂

      1. Ciao Claudia, ti rongrazio per avermi risposto subito, non tutti ti rispondono o sono così celeri. Grazie per i consigli, pensa io usavo i guanti di lattice, per questo mi pungevo. Grazie per le ricette. Ora non le posso provare perchè sono a letto con l’influenza ma, appena posso andrò a cogliere la mia ortica e proverò a farle. Poi, ti farò sapere come sono venute. Un’abbraccio

  6. Claudia,complimenti per tutte le cose belle ed utilissime che scrivi.Scoperta solo ora perche’ cercavo il modo migliore per essiccare ortica e biancospino raccolte Domenica.Qui ho trovato tutto e quindi mi affaccero’ ancora molto volentieri.Un caro abbraccio e grazie!:-)

    1. Grazie a te Patrizia, che piacere sapere che hai trovato proprio qui tutto ciò che ti serviva! Devi abitare in montagna se il biancospino è ancora in fiore da te, qui è sfiorito già da parecchio…
      Torna quando vuoi, a presto!
      Claudia

  7. Buona l’ortica! Ho recentemente iniziato anche a raccogliere la falsa ortica che fa i fiori rossi (Lamium purpureum) e quella che fa i fiori bianchi (Lamium album), e di solito faccio un bel mix di tutte le varie ortiche. Sia cotte in padella come spinaci, sia sottoforma di zuppa, deliziose! 🙂

    1. Ciao Marta! Io non sono una particolare amante dei Lamium, mi repelle un po’ l’odore…e me ne dispiace parecchio, crescono così abbondanti! In compenso l’ortica la uso in tutti i modi, la adoro :).

      1. Ciao Claudia, l’odore non e’ pure il mio preferito, ma posso assicurarti che una volta cotta dell’odore non rimane niente, ed e’ davvero buona. L’hai gia’ provata cotta?

        1. Marta, scusa, mi ero persa la tua risposta. Sì sì, l’ho provata cotta, ma comunque non era tra le mie preferite…però devo dire che è stato agli inizi della mia esperienza da raccoglitrice, anni fa; dovrei ritentare ora, a distanza di tempo. Se la trovo ancora adatta alla raccolta faccio un nuovo tentativo ;).

  8. Complimenti. Articolo meraviglioso, ricco di preziose notizie. Se posso vorrei condividerlo sulla mia pagina di naturopata. Grazie e buon lavoro, sperando anche nella primevera delle idee 🙂

    1. Grazie mille Germana! Ogni condivisione è più che benvenuta (condividere il link è sempre permesso e apprezzato, al contrario di copiare testo e foto come purtroppo fanno alcuni). Buon lavoro anche a te e buona primavera, in ogni senso!

    1. Ciao, prima di tutto, e benvenuta :).
      Dipende molto dalle stagione e da dove sei. In generale la raccolta in Ottobre è meglio, a Novembre si avvia verso il riposo vegetativo e sarà quindi meno ricca di nutrienti e di sostanze funzionali, ma puoi raccoglierla senza problemi, fino a che la vedi bella e in forma.

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